Acciaierie, reddito per gli operai dell'indotto

In arrivo 30 milioni di euro

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Piombino (Livorno), 19 ottobre 2017 - C’è l'impegno delle istituzioni per arrivare nella prossima settimana allo sblocco di 30 milioni di euro necessari per garantire un reddito minimo ai lavoratori dell’indotto che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali. Un passo avanti. A Piombino sono circa mille gli operai interessati da questo problema, tutte persone senza lavoro, o con aziende costrette a ridurre la produzione e i turni per mancanza di commesse, dopo la crisi.

Ieri mattina a Roma hanno manifestato gli operai di Piombino con un presidio sotto il ministero del lavoro e una delegazione con i rappresentanti di Fim Fiom e Uilm è stata ricevuta dal dottor Busacca della direzione tecnica del ministero del Lavoro  e dal dottor Menziani della direzione Inps nazionale. 

"Il sindacato – spiegano Ilaria Landi (Uilm), Michele Nardini (Fim) e David Romagnani (Fiom) – ha chiesto il rispetto degli impegni presi nella precedente riunione di giugno, ovvero lo sblocco dei 30 milioni residui della cassa integrazione in deroga, già certificati dalla Regione Toscana e ancora in attesa della firma per le convenzioni necessarie alla loro fruizione. Ci è stato riferito che, entro la prossima settimana, tutta la documentazione corredata delle firme autorizzative, sarà presentata al presidente Inps per la firma finale della determina".

Quindi il nodo più importante, fermo da mesi, dovrebbe essere sciolto e nel frattempo Fim Fiom Uilm hanno già preso contatti con la Regione che incontreranno la prossima settimana, per esaminare insieme il percorso da fare, in modo da dare ai lavoratori interessati un’informazione chiara e completa. Sulla mobilità in deroga per il 2017 (risorse extra rispetto ai 30 milioni), prevista per le aree di crisi complessa, il sindacato ha fatto presente alla direzione che la clausola perentoria di accesso "senza soluzione di continuità" con la vecchia mobilità, è fortemente penalizzante per i lavoratori.

Soprattutto per quelli che hanno fatto qualche giornata di lavoro e che per questo si vedono rifiutare la mobilità in deroga a causa dell’interruzione. In questo senso Menziani della direzione Inps, ha risposto che è in corso una discussione per approvare una moratoria, ma solo per coloro che hanno lavorato prima che questa normativa fosse in vigore (e che quindi non potevano saperlo) fino a maggio 2017.