Alluvione: Monterotondo, sos dei residenti. «Il Botro dei Molini fa paura»

I residenti hanno il timore che un’altra precipitazione possa creare nuovi disagi

Il letto del Botro dei Molini, pressoché prosciugato,  i residenti invocano il ripristino delle condizioni di sicurezza

Il letto del Botro dei Molini, pressoché prosciugato, i residenti invocano il ripristino delle condizioni di sicurezza

Livorno, 17 ottobre 2017 - Canne, detriti, tronchi di alberi ovunque e mura di cinta ceduti. Lo scenario che troviamo nella zona tra Collinaia e Monterotondo, lungo le sponde del Botro dei Molini, a più di un mese dalla tragica alluvione che ha messo in ginoccio la città, è apocalittico. A fare il punto della situazione è Ernesta Quilici, residente da quasi 30 anni nella zona e preoccupata da quello che potrebbe succedere in caso di una situazione analoga a quella del 10 settembre. Ci accoglie con un pacco di documenti alla mano e insieme percorriamo un pezzo di sentiero che delimita la sua proprietà. I lavori di rifacimento del consorzio di bonifica continuano imperterriti e quando arriviamo scorgiamo camion e ruspe all’opera in diversi punti del canale, oggi pressochè prosciugato. Tra i documenti che porta con sé ci mostra una pianta del territorio. All’interno possiamo vedere bene come scorre il canale e non lontano c’è anche un lago di discrete dimensioni: «Questo è piuttosto grande – dice –. Prima era anche funzionale nei casi di alluvioni». Il lago, infatti, adesso è sotterrato dai detriti e la scena che si prospetta ai nostri occhi ha dell’apocalittico. Laddove il consorzio non è ancora arrivato il paesaggio è rimasto tale e quale ai giorni dopo l’alluvione. Il letto del canale ospita ora non solo detriti e pietre contenute una volta dai gabbioni, ma anche diversi alberi di grosse dimensioni ceduti sotto l’impeto del flusso d’acqua.

LO STESSO muro di cinta lungo il bordo del botro in molti punti è crollato. E una vecchia diga di rallentamento delle acque, segnalata dalla residente, non vi è più. In definitiva le condizioni di sicurezza prima esistenti, ma evidentemente non sufficienti, adesso si sono aggravate e potrebbero sussistere situazioni di pericolo anche a fronte di fenomeni meno violenti di quello dello scorso 10 settembre. «Questa zona è proprietà dell’Asl – ci conferma Ernesta, sebbene un documento che ci mostra risalente al ’92 attesta che «il corso d’acqua Botro dei Molini è solo classificato come corso d’acqua pubblica ma non appartenente a nessuna categoria idraulica». Vale a dire che gli interventi di manutenzione sono a carico dei proprietari frontisti. Tuttavia ormai non si tratta più di manutenzione ordinaria, quanto piuttosto di una messa in sicurezza generale che residenti come Ernesta Quilici si augurano possa avvenire il prima possibile.

Andrea De Matteis