Gabbani-Magellano sbarca all'Elba. "Qui i miei ricordi del campeggio con gli amici"

Stasera alle 21.30 a Portoferraio, appuntamento alla Calata Buccari

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Portoferraio (isola d'Elba, Livorno), 12 agosto 2017 - Arriva stasera direttamente dal continente, con l’obiettivo di… circumnavigare l’Elba. Francesco Gabbani con l’album «Magellano» sbarca a Portoferraio per un concerto che si annuncia esplosivo, proprio come il suo personaggio a metà tra il performer di razza e il musicista appassionato. Appuntamento alle 21.30 alla Calata Buccari, ingresso 15 euro e info su Ticketone. Questa è l’estate dei carrarini: i tormentoni di Gabbani e Bernardeschi alla Juve… «Eh sì, a quanto pare… (ride)». Pronto per la conquista dell’isola? «In realtà per me l’Elba rappresenta un bel ritorno al futuro, sono stato qui più di una volta e la conosco ben anche se sono passati diversi anni. Qui ho ricordi felici, che corrispondono a quelli di un classico studente toscano che parte per il campeggio con gli amici». E’ già riuscito in un’impresa non da poco: piacere a tutti… «Beh direi che il mio successo si può definire trasversale, me ne accorgo dal palco quando osservo il pubblico. Per la mia musica l’età non conta, in questo senso riesco anche a vedere una bella capacità di leggere il messaggio che viaggia sulle ali delle mie canzoni». Quello stesso pubblico che è anche spesso un suo bersaglio… «Quando c’è una vena critica nei miei testi è sempre rivolta ai nostri usi e costumi, ai modi di vivere attuali e quotidiani. Alcuni la colgono e altri no, ma spesso sono io il mio primo bersaglio, perché di questa quotidianità faccio parte a mia volta». Alcuni la paragonano a Checco Zalone, pungente e sottile… «Davvero? Ne sono onorato, visto che lo ritengo uno dei nostri geni contemporanei». Da «Amen» a «Occidentali’s karma», com’è che il successo non l’ha cambiata? «Vede, sono arrivato a questa gratificazione e a questo avvio di successo in un’età… diciamo più matura rispetto a quella che adesso «serve» per sfondare, soprattutto con i talent. Io sono «arrivato» alla vecchia maniera, con un percorso più classico. Se non sono cambiato è perché la mia personalità al momento della ribalta si era già formata, nessun rischio di sdoppiamento». Beh, uno sì. Quello delle infinite parodie delle sue canzoni… «Sono il sintomo del successo di un brano, mi arrabbio solo quando ne fanno qualcuna che arriva a essere anche più bella della versione mia originale (sorride). Penso a un coro di bambini svizzeri che ha ricantato non solo «Occidentali’s karma» ma anche «Tra le granite e le granate»: meravigliosi». Che concerto ci aspetta questa sera? «A Portoferraio sarà uno spettacolo senza troppi effetti speciali, molto sostanziale. Insomma – spiega – pochi fronzoli e tanta musica, che è l’assoluta protagonista. Sul palco porterò una valigia con tutto me stesso, per un viaggio nel nuovo album e un tuffo indietro nel tempo tra alcuni lavori che fanno parte di me e del mio percorso».