Gli archeologi continuano a svelare i segreti di San Gaetano

Vada: le ultime scoperte e le prospettive di ricerca sono state illustrate ieri una conferenza stampa da Edina Regoli, direttrice del museo archeologico di Rosignano Marittimo, e dalla dottoressa Simonetta Menichelli, responsabile del cantiere di scavo

Ossa umane ritrovate in una tomba "alla cappuccina" nel sito di San Gaetano

Ossa umane ritrovate in una tomba "alla cappuccina" nel sito di San Gaetano

Vada (Livorno), 20 luglio 2017 - Presentati ieri mattina, a due giorni dalla conclusione dell’edizione 2017 della “Summer School” coordinata dall’Università di Pisa, i risultati dell’ultima campagna di scavo svolta a San Gaetano, complesso archeologico che dal 1975 ha consentito a tre generazioni di archeologi di riportare alla luce l’antico scalo commerciale di Vada Volaterrana, almeno dal I° al VII° secolo d.C. uno dei più importanti scali portuali del mar Tirreno. Con le ultime scoperte e le prospettive di ricerca sull’area che sono stati illustrati da Edina Regoli, direttrice del museo archeologico di Rosignano Marittimo, e dalla dottoressa Simonetta Menichelli, coordinatrice del progetto e responsabile del cantiere di scavo che ha visto intervenire 44 studenti provenienti non solo dall’ateneo pisano e dai licei “Fermi” di Cecina e “Marconi” di Pontedera ma anche da Stati Uniti e Australia. “Abbiamo proseguito – spiega la dottoressa Menichelli – gli scavi nel quartiere di servizio individuato quattro anni fa lungo via del Porto, a sud dell’area archeologica in corso di scavo da oltre trent’anni. Dopo una serie di indagini geo-radar abbiamo portato alla luce un nuovo sito di particolare interesse, che a partire dal II° secolo era certamente utilizzato come un interporto con funzioni di raccordo per l’arrivo delle merci proveniente sia dal mare che dalla terra ferma”.

Ma la portata di quest’ultima scoperta, effettuata nel settembre del 2013, è ancora in fase di studio da parte degli esperti, come sottolinea la direttrice del museo archeologico di Rosignano, Edina Regoli: “Sono stati rinvenuti diversi locali che riteniamo facenti parte di un complesso artigianale, sicuramente databile agli ultimi decenni del I° secolo d.C., in piena Età Flavia e quindi contemporaneo all’area termale e a quella retro-portuale. Si tratta di una serie di piccoli vani, con pavimentazioni in argilla battuta o in coccio e circondati da mura poderose di pregevole fattura”. L’ultima campagna, dunque, ha portato alla luce ulteriori scoperte all’interno del quartiere sussidiario all’area portuale. “Si tratta di un grande edificio – conclude la dottoressa  Menichelli – che dal II° al VII° secolo ha subìto numerose ristrutturazioni, passando dagli ampi vani iniziali ad uso commerciale-produttivo a spazi più piccoli con funzione abitativa e dove sono state rinvenute anche diciotto sepolture, alcune in anfora ed altre alla cappuccina. Quest’anno abbiamo scoperto due nuovi ambienti, uno elegantemente decorato in marmo e con funzioni rappresentative e l’altro con pavimentazione rialzata e dedicato a funzioni produttive relativamente al ferro. Importante anche il ritrovamento di due grossi forni per la produzione del pane. Si trattava in pratica di un complesso multitasking, ma naturalmente le analisi su reperti proseguono in vista degli scavi che svolgeremo il prossimo anno. L’obiettivo futuro, infatti, è comprendere come San Gaetano si colleghi con la Vada romana, situata sotto l’attuale piazza Garibaldi”.