Allarme truffe agli anziani

L'ottantenne livornese sventa il raggiro

alluvione

alluvione

Livorno, 22 ottobre 2017 - Ci scrive una signora di 79 anni che abita a Collinaia, in una delle zone colpite dall’alluvione del 10 settembre, per mettere in guardia i cittadini dal tentato raggiro che ha subito a da cui si è saputa difendere, grazie alla sua prontezza. Un salso carabiniere e un falso operaio dell’acquedotto hanno provato a derubarla, senza riuscirci.

«Abito in una delle zone più pesantemente colpite dal recente alluvione, – spiega nella sua lettera – tanto che i lavori di sistemazione e messa in sicurezza sono tuttora in corso e la viabilità non è stata ancora del tutto ripristinata. L’episodio di tentata truffa, ai miei danni, all’apparenza simile a tanti altri di cui quasi quotidianamente si sente parlare, mi ha profondamente prostrato». La signora bolla questo episodio come «un’offesa ai danni di tutta la comunità di Collinaia». E spiega la tecnica usata per la truffa, studiata in ogni particolare.

«Due uomini vestiti uno da operaio, l’altro da carabiniere, con tanto di ricestramittenti e cartellino di riconoscimento, con la scusa di infiltrazioni batteriche nelle condutture dell’acqua, causate dall’alluvione, hanno provato a convincermi a farli entrare in casa senza sospetti. L’obiettivo: impossessarci di soldi, o oggetti d’oro Fortunatamente sono riuscita a non cadere nel tranello chiamando la polizia di stato. A me è andata bene, ma altri potrebbero non riuscirci, anche perché è difficile in situazioni del genere rimanere sufficientemente vigili, sapendo di non poter contare sulla disponibilità immediata di un aiuto a cui far ricorso». 

Osserva la signora scampata al tentato raggiro: «Chiamare la polizia può essere la soluzione apparentemente più semplice, ma la vittima non ha sempre la sicurezza o la percezione del pericolo. La decisione poi di scrivere questa lettera è stata dettata dalla volontà di far conoscere agli altri la nefandezza di chi specula sulle disgrazie altrui, ma anche il bisogno di diffondere l più possibile l’informazione sui pericoli possibili che io ho corso e che altri potrebbero correre. Alla stampa infine chiedo di aprire un dibattito serio, che coinvolga gli anziani e che metta finalmente in luce la mole di difficoltà procurate da una vita sempre meno a misura di un uomo, dove una tecnologia necessaria come quella informatica, ma invadente, rende difficile vivere inseriti in una società che utilizza strumenti ai quali non siamo stati preparati».

Conclude: «È forse anche il caso di sottolineare con forza che la vecchiaia non è una colpa e che sono proprio gli anziani che sostengono una società dove i servizi alla famiglia non hanno seguito lo stesso ritmo dei necessari cambiamenti di vita».