Educazione primaria

L'editoriale del direttore della "Nazione"

Francesco Carrassi

Francesco Carrassi

Firenze, 13 agosto 2017 - Vietato ai minori. Non è un film, ma il regolamento di un agriturismo a cinque stelle. Solo per adulti. E non è un caso isolato nelle nostre affascinanti e accoglienti regioni e in particolare in Toscana. Sì, proprio così: ci sono strutture turistiche precluse ai bambini. Una vicenda che fa discutere. Che divide. Anche se, sulla scia della nostra inchiesta che ha portato alla ribalta il problema, la maggioranza dei nostri lettori è a favore dei piccoli (tendenza che abbiamo rilevato in maniera corposa sia sulla carta stampata che sui social network).

Il sì a vantaggio degli under 14 pur con qualche se con l’aggiunta di rafforzativi ma. Se e ma che rimettono in discussione non tanto la vivacità naturale dei bambini, quanto l’educazione mal impartita o non impartita da papà e mamma. Un dibattito non superficiale che fa riflettere sul ruolo dei genitori 2.0 e su quanta autorevolezza hanno nei confronti dei figli per fargli rispettare regole e buone maniere. 

I divieti ai minori, i muri per ‘categorie’ di persone non possono essere accettati: le offerte di servizi al pubblico non possono essere condizionate da limitazioni che, a qualunque titolo, suonino come pregiudizievoli o discriminatorie. Va sostenuta insomma la libertà di impresa ma la sua gestione deve rispondere a comportamenti consentiti dalle leggi e comunque guidata sempre dal buonsenso. Il caso apre uno squarcio anche dentro le nostre famiglie: i bambini sono educati adeguatamente o la maleducazione è la normalità? Se tutti i bambini fossero bene educati la questione non si sarebbe posta. Purtroppo non è così. I troppi sì e i pochi no detti dai genitori per stare tranquilli finiscono per pesare. Gettare la croce solo sui genitori non mi pare giusto anche se la responsabilizzazione non può venir meno. Nessuno può togliersi la maglia di padre e madre e annullare la consapevolezza che l’esempio dell’adulto è lo specchio della vita del figlio. Ma all’educazione dei bambini concorrono più soggetti. Molto conta anche la scuola. E allora perché non pensare davvero di fare lezioni di educazione. Valore primario e civico. Ai giovani così che possano trasmettare gli insegnamenti anche agli adulti come nel caso dei genitori distratti nel loro compito di educatori e nel caso dei gestori degli alberghi con divieti redditizi forse ma poco educativi.