Il Michelangelo di Sgarbi al Bolgheri festival. "Con lo sguardo al Rinascimento"

Il critico d'arte più irriverente d'Italia in scena con uno spettacolo di storia, musica e narrazione

Vittorio sgarbi

Vittorio sgarbi

Bolgheri, 14 agosto 2017 - Vittorio Sgarbi come lo conosciamo e come ci si aspetta che sia nella sua veste migliore: quella del critico d'arte più amato e, allo stesso tempo odiato, dagli Italiani, popolo di “capre” direbbe lui, ormai alla deriva, perché privo di ideali e supino ai falsi miti della politica che, da Berlusconi, a Salvini, a Renzi e a “quelli con le 5 stelle come negli alberghi di lusso, hanno depredato valori e conoscenza”. Da questo preludio, nasce l'idea di un nuovo rinascimento delle idee e dei valori, che diviene nuovo partito a vocazione artistica e culturale che vuole investire sulle risorse italiane che sono la bellezza del nostro Paese.

Bellezza ben rappresentata dagli artisti del Rinascimento, primo tra tutti Michelangelo, al quale si sono poi ispirati i più importanti pittori, scultori e architetti fino ad oggi. Il confronto tra le opere di Michelangelo fa da motore dello spettacolo su Michelangelo del professor Sgarbi, che narra dell'artista e dei suoi capolavori, facendo parallelismi, descrizioni e sarcasmo con i politici, i rappresentanti istituzionali e gli artisti di oggi che non definisce contemporanei, se non nell'accezione di “ancora vivi”, visto che il termine risulta per lui impreciso. Sulla scena, siede a latere dell’iconografia del geniale artista fiorentino del 500 ed è la voce narrante interrotta dalle pause musicali del compositore Valentino Corvino al violino, per poi riprendere supportato dalle video installazioni del visual artisti Tommaso Arosio. Due ore intense, ricche di spunti di riflessione che il bravo oratore riesce a rendere leggere, dissertando e facendo battute che fanno ridere il pubblico.

Divulgare con l'ironia è dote di pochi eletti, aggiungere anche la parolaccia e arrivare all’offesa, è invece solo marchio di Vittorio Sgarbi, che ne ha fatto il suo tratto distintivo. Lui non allude ma spara a zero su islamici, ricchi di sinistra ed “artisti del c....”; su chi approfitta del proprio potere sfruttando l’ignoranza della massa e, perfino sui preti, psicanalisti e, addirittura sul Papa gesuita, che crede più nell'uomo che in Dio. Tranchant , diretto, brutale. “Bisogna tirare fuori di nuovo l'anima, come ha fatto Michelangelo con le sue opere “vive” anche nel marmo, sui muri e sulle tele. Viviamo adesso nel Medio Evo della conoscenza, perciò c'è bisogno di un'alternativa credibile, come è il mio partito che come logo ha scelto proprio l'opera michelangiolesca “La creazione di Adamo” presente nella Cappella Sistina. Il tempo dello spettacolo vola, ed è quasi un dispiacere dare il commiato al brillante divulgatore, che è laconico solo nei saluti. Viola Conti