Pd Livorno: i quattro capponi e la guerra nel pollaio

Primarie Pd

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Da un giorno all’altro i piddini tastieristi dei social hanno smesso di scrivere. Motivo? Se sbagliano qualche parola rischiano una bella querela. Eh sì, perché ora i compagnucci se le danno di santa ragione a suon di minacce e denunce.

Siamo in clima di congresso locale, in alcune sezioni è già iniziato il voto e tra qualche giorno si avranno i nomi dei futuri segretari del Pd. Come ormai "La Nazione" e "Il Telegrafo online" scrivono da settimane, a sfidarsi per l’Unione Comunale sono Federico Mirabelli e Pasquale Lamberti, per il territoriale Alessandro Franchi e Alessandro Bechini. Al voto 1500 iscritti nella federazione, la metà a Livorno... 1500 iscritti non fanno nemmeno una scuola superiore cittadina. Perché di questo si parla.

C’è chi la paragona a una guerra in un pollaio e cita i ’quattro capponi’ di manzoniana memoria... Un confronto che di politico non ha più niente, svilito in querele perché quando non si hanno più argomenti si passa alle vie legali. In tutto questo, la politica non c’entra. Quell’arte della mediazione al servizio dei cittadini è andata a farsi benedire. Ci sono solo rancori, minacce, tensioni e poi per cosa? Per conquistare quel potere che permetterà al segretario territoriale di decidere chi sarà candidato alle prossime regionali, e al segretario comunale di incoronare il futuro candidato sindaco.

Una corsa alle poltrone, manovrata dai soliti noti che usano la politica come strumento di potere. Peccato. Livorno ha avuto ben altre storie, ha avuto ben altri politici che, anche di fronte ad una sconfitta, ad un rifiuto di quello che ritenevano fosse una promozione meritata, hanno fatto un passo indietro. Magari alle riunioni volavano paroloni, ma alla fine la politica ne usciva rafforzata. Oggi alle assemblee in pochi parlano, tutti invece scrivono sui social e poi passano le carte agli avvocati. Contenti loro...   Michela Berti