"A bordo tanti giovani, sono stremati"

Parrino di Emergency: "In molti hanno subito torture nei loro paesi"

Migration

La Life Support di Emergency attraccherà questa mattina al porto, mettendo in salvo 142 migranti di cui 26 minori e 5 donne (una incinta). Pietro Parrino, direttore del Field Operations Department di Emergency, fa il punto della situazione.

Qual è la condizione dei migranti a bordo?

"Erano stremati dal viaggio in mare, i primi due giorni hanno dormito per rimettersi in forze. Alcuni di loro non si riposavano così bene da almeno sei mesi, perché in Libia vivevano nel terrore che qualcuno arrivasse per arrestarli o picchiarli. Il terzo giorno in mare la fatica inizia a farsi sentire, al momento cinque o sei persone hanno la febbre, non registriamo alcun caso di scabbia. Sono prevalentemente giovani, cipreoccupa il trauma per le violenze e torture subite di cui i corpi riportano i segni". Cosa vi hanno raccontato della Libia?

"In molti sono stati tenuti prigionieri nelle cosiddette "fattorie", dove sono rimasti per mesi rinchiusi in stanze senza finestre accucciati a terra fianco a fianco con altre persone. Ricordano le torture, le botte, per ottenere la libertà sono stati costretti a far pagare il riscatto alle proprie famiglie, che nella maggior parte dei casi si sono dovute indebitare".

Com’è andato il salvataggio? "All’1 di notte del 18 dicembre sono partite le operazioni di salvataggio della prima imbarcazione che era sul punto di naufragare. Le persone a bordo erano esauste, non mangiavano da due giorni ed erano disidratate. Il barcone contava una decina di migranti nel sottopancia, impregnati di benzina, urina e escrementi di chi invece stava al "piano di sopra". Abbiamo trovato delle persone incaricate di stare al motore, ma non abbiamo idea se si possano definire scafisti". Quali saranno le operazioni di sbarco al porto di Livorno? "Abbiamo ricevuto un vademecum da parte della prefettura. Anzitutto salirà sulla nave l’autorità sanitaria Usmaf, poi avverrà lo sbarco, l’accoglienza, una visita a terra più dettagliata, e l’invio nei Centri di accoglienza straordinaria".

Ilaria Vallerini