"A casa è meglio". A Livorno rete di protezione per gli anziani

Durante e dopo il Covid. Avanti col progetto di Rotary Club Mascagni e Comunità di Sant'Egidio

Anziani

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Livorno, 18 luglio 2021 - A casa si può restare, perché a casa è meglio ed è meglio anche da anziani. Ecco allora un'iniziativa del Rotary Club Livorno Mascagni e della Comunità di Sant’Egidio per rispondere alla situazione inedita creata dalla pandemia, nel desiderio di proteggere e sostenere in casa propria le persone che per caratteristiche di età, di salute e di condizioni socio-economiche sono il bersaglio più sensibile e maggiormente a rischio della vita: gli anziani. Proprio la pandemia infatti ha mostrato che la propria abitazione è il luogo più sicuro per ricevere cura e servizi, soprattutto ad una certa età.

A ottobre del 2020, l’8,5% delle persone anziane ospitate nelle rsa risultavano decedute a causa del Covid, con un tasso di mortalità più elevato rispetto a quello dei loro coetanei in casa (elaborazione Inapp 2021 su dati Istat 2020).

Il titolo del progetto è “#COVID19restiamoacasa” e i quattro obiettivi essenziali degli interventi sono: sostenere la permanenza degli anziani nella propria casa, non lasciarli isolati e soli, provvedere alle necessità primarie e quotidiane, garantire l’accesso alle cure di base attraverso un monitoraggio frequente delle condizioni di salute. Circa cento gli anziani “sorvegliati” nelle proprie abitazioni, molti dei quali rimasti isolati e in condizioni difficili. E' stata attivata in nove quartieri della città, prima e dopo i mesi difficili del lockdown, una rete di persone e soggetti pubblici e privati, a sostegno delle necessità degli anziani, fisiche, materiali, economiche e relazionali. Gli anziani inoltre, per facilitare la sorveglianza, sono stati dotati e laddove possibile addestrati ad usare devices, dispositivi medici e ausili informatici, acquistati e forniti dal Rotary Club Livorno Mascagni, per mantenere il contatto con i familiari, gli amici e il medico di medicina generale. Nessun anziano contagiato, ridotti del 95% - si stima - i ricoveri e gli accessi propri e impropri al pronto soccorso.

Il progetto però ha guardato anche oltre l’emergenza per favorire, anche in condizioni diverse, la domiciliarità degli anziani e la possibilità di curarsi restando il più possibile in casa propria. Oltre alle reti di protezione e relazione, è stata avviata presso alcuni medici di base la sperimentazione del programma Tel.Te.C. (acronimo di: Telemonitoraggio Territoriale delle Cronicità). Tel.Te.C ideato e realizzato dal Prof. Fanucci con il suo team dell'Università di Pisa, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, è destinato ai pazienti fragili con più patologie e si avvale di una piattaforma informatica che riceve i dati clinici dei pazienti e li invia in tempo reale ai singoli medici curanti, i quali gestiscono, anche in remoto, il piano di monitoraggio e di cura dei loro pazienti. Dieci gli anziani seguiti dai medici coinvolti nella sperimentazione, che sono stati dotati della strumentazione necessaria, messa gratuitamente a disposizione dalla Azienda Usl Nord Ovest e dal team di Fanucci, e che hanno partecipato alla formazione propedeutica al monitoraggio. Il progetto è stato realizzato dal Rotary Club Livorno Mascagni e dalla Comunità di Sant’Egidio, con la collaborazione della zona distretto livornese, dell’area cure primarie-sanità territoriale dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. “C’era da tempo sintonia e collaborazione tra la nostra realtà e Sant’Egidio – spiega Marco Macchia Presidente della Commissione Fondazione Rotary del Rotary Club Livorno Mascagni - Abbiamo collaborato negli anni passati, in diversi ambiti, non ultimo la sorveglianza degli anziani fragili. Questo ci ha consentito di dare una risposta pressoché immediata al bisogno creato dalla pandemia. Una risposta che andava data. Siamo partiti dall’idea di creare una rete di Soggetti, su cui in parte avevamo già lavorato, in grado di proteggere gli anziani dal contagio e al tempo stesso di venire incontro alle loro giuste esigenze di relazione e cura, evitando – specie durante il lockdown - ricoveri in ospedale o altre strutture”. “Il progetto – racconta Anna Ajello della Comunità di Sant’Egidio - si inserisce in una sensibilità e in una cultura maturata nella lunga esperienza di amicizia e cura degli anziani, che ci coinvolge da tanti anni, non solo a livello locale ma nazionale e internazionale. Proprio la pandemia ci ha spinto a promuovere iniziative concrete per proteggere gli anziani dal contagio e dall’isolamento ma anche un deciso cambiamento di mentalità che porti a nuove iniziative, sociali e sanitarie, nei confronti delle popolazioni anziane. Ne è un esempio l’appello, recentemente diffuso. A Livorno, grazie a 'Covid19-restiamo a casa' nei primi mesi di lockdown, circa cento anziani gli anziani sono stati raggiunti nelle loro abitazioni, quotidianamente, da più di cento operatori, sia attraverso la sorveglianza telefonica che attraverso visite ed incontri programmati in casa laddove possibile, ma anche sul pianerottolo, dalla finestra, davanti ai portoni. Migliaia gli interventi domiciliari per rispondere ai bisogni essenziali degli anziani (aiuti alimentari, spesa, farmaci e dispositivi di protezione), per creare o rafforzare intorno a loro le reti familiari laddove presenti e amicali, oltre che sociali e sanitarie di cui avevano altrettanta necessità. Uno sforzo intenso per rassicurare e curare, per cogliere nelle difficoltà l’occasione di dimostrare che a casa tutto è meglio e che il nostro territorio ha tutte le possibilità per organizzare e implementare l’assistenza territoriale, favorendo peraltro coesione sociale e partecipazione civica, una cordiale solidarietà della porta accanto”. “L’apporto del nostro Club – aggiunge Giovanni Cei del Rotary Mascagni - è stato quello di sostenere la sorveglianza e il sostegno domiciliare quotidiano con l’acquisto e la fornitura di supporti elettronici, che hanno permesso di attivare o mantenere i contatti più opportuni per poter chiedere aiuto in caso di necessità o per essere sicuri di non restare isolati”. Cinzia Porrà, Direttore della zona distretto livornese, valutando positivamente gli esiti del progetto, ricorda il recente intervento del Ministro Speranza e l’ambizioso traguardo fissato per il Servizio sanitario nazionale: essere il primo Paese in Europa per assistenza degli anziani nella proprie case. Un traguardo irraggiungibile – ha detto il Ministro – senza il dialogo e il contributo dei tanti mondi di cui è composta una vera sussidiarietà. “Questo progetto mi sembra dimostri la validità di questo orientamento, una delle traduzioni possibili di quell’essere tutti sulla stessa barca che oggi tanto ci interroga”. “La situazione inedita creata dalla pandemia – ha detto Massimo Angeletti, coordinatore di Aft e rappresentante della Zona di Livorno nel Dipartimento della MG – è stata una prova per la medicina generale: pur volendo era difficile esserne all’altezza e credo che, nonostante tutto, in tanti abbiamo voluto mettere tutto di noi stessi dentro alla cura che potevamo offrire ai pazienti che da tanti anni ci accordano la loro fiducia; credo che proprio questo momento rappresenti anche per la medicina generale, l’occasione per ripensarsi e ripensare davvero l’assistenza territoriale”. Massimo Messina, Presidente del Rotary Club Livorno Mascagni nel ringraziare quanti hanno partecipato alla realizzazione di “Covid 19-Restiamo a casa” e in particolare gli ideatori del progetto, significa la particolare importanza e provvidenzialità delle attività svolte durante la pandemia, e la disponibilità dei rotariani ad intervenire per ogni occorrenza a supporto ed integrazione dell'intervento pubblico.