A Livorno precario, a Londra dirigente: la storia di un medico del 118

Diego Olivari è al Norfolk and Norwich University Hospital e ha uno stipendio quadruplicato

Il dottor Diego Olivari

Il dottor Diego Olivari

Cecina (Livorno), 11 maggio 2023 – Diego Olivari è uno dei tanti medici italiani che scelgono di andare a lavorare all’estero, in cerca di stabilità e riconoscimento, mentre gli ospedali del Paese devono fronteggiare una costante emorragia di professionisti, soprattutto nella medicina d’urgenza. Olivari ha lavorato al 118 di Livorno, tra Piombino e Isola d’Elba, dove è rimasto aspettando di avere il contratto a tempo indeterminato.

"Dal 2010 al 2015 ho lavorato con contratti trimestrali tra il 118 di Livorno e Grosseto. Non ce l’ho più fatta e mi sono trasferito in Inghilterra per la prima volta".

Dal 2021 Olivari è responsabile delle maxi-emergenze al Norfolk and Norwich University Hospital.

"Credo sia il sesto ospedale più grande di Inghilterra, c’è una delle più grandi Università del Paese, non solo di Medicina. Qui sono consultant nell’Emergency department: ho creato tutte le linee guida, le procedure operative, organizzo i corsi. Mi hanno cercato nell’aprile 2021 e mi sono spostato qui a luglio. Prima lavoravo a Kingston, una realtà molto diversa, perché a Londra ogni dieci chilometri c’è un ospedale. Questo è il maggior ospedale di tutta una contea e mezzo. Stanno spingendo molto perché diventiamo un ‘major trauma center’, perché quello di competenza è Cambridge, che è a un’ora di macchina e a 20 minuti di volo in elicottero", racconta.

Torneresti in Italia? "Lo stipendio che prendo ora è quattro volte quello che prendevo in Italia. Ho più responsabilità, ma faccio meno ore. Quindi, adesso come adesso, no: non tornerei in Italia. Ho sentito colleghi che sono al 118, primari di Pronto soccorso con i quali siamo amici: mi hanno proposto contratti di tre mesi, sei mesi, forse un anno. Qui sono responsabile delle maxi-emergenze del più importante ospedale dell’East Anglia, perché dovrei tornare? Ho un amico in Italia che ha deciso di passare a lavorare per le agenzie. C’è un collega che ha la mia età ed era uno dei più bravi medici del 118 del Pronto soccorso di Cecina (Riccardo Ristori, ndr): ha mollato e svolge attività privata. Perché si era stufato. Non c’è sicurezza".

Quanti italiani lavorano nel suo ospedale? "C’è un infermiere italiano di Roma che è un ‘lead nurse’, quando è in servizio coordina gli infermieri. C’è un chirurgo vascolare di Torino, in totale siamo una ventina".