"Abbiamo fatto il massimo Ma la legge impone limiti precisi"

Massimiliano ha scelto la morte assistita in Svizzera. La Scarpellini. "Serve grande rispetto"

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"Il caso di Massimiliano era seguito dai servizi sociali, da parte della Società della Salute c’è stato l’impegno a fare il massimo, ma la legge italiana impone limiti precisi". La presidente Sandra Scarpellini spiega i motivi per cui il quarantaquattrenne di San Vincenzo, affetto da sclerosi multipla, che chiedeva il suicidio assistito, non ha potuto avere risposta dalla sanità pubblica.

"Si tratta di vicende molto delicate – continua ancora Scarpellini – in cui serve il massimo rispetto. Gli assistenti sociali hanno dato il loro supporto alla famiglia e il team ha anche redatto un rapporto con l’ausilio di uno psicologo che ha accertato come Massimiliano fosse pienamente consapevole delle sue scelte. Purtroppo la legge italiana impone che per avviare la pratica dell’eutanasia occorre come condizione base che la persona sia tenuta in vita da macchinari e questo non era il caso di Massimiliano, pur trovandosi in una condizione che evidentemente non era più sopportabile".

Che ne pensa di tutto questo?

"Come presidente della Società della Salute mi fermo qui. Come persona ritengo che siano maturi i tempi per un aggiornamento delle norme che consentano una vita dignitosa e una morte dignitosa".

Massimiliano era assistito dal padre e dalle sorelle, la madre è scomparsa qualche tempo fa in seguito a una malattia. Giorno dopo giorno le sue funzioni si erano ridotte a causa della malattia. Ultimamente era quasi infermo e il dolore diventava sempre più invadente. "Era determinato, molto determinato: gli abbiamo anche detto che se voleva lo avremmo riportato a casa. Lui ha detto ‘vi ringrazio, ma non cambio idea’". Lo ha affermato Felicetta Maltese, attivista della campagna Eutanasia Legale, che insieme alla giornalista Chiara Lalli ha accompagnato in Svizzera Massimiliano,malato di sclerosi multipla che ha voluto morire col suicidio assistito. "Ieri mattina, poco prima di morire - ha detto Lalli - Massimiliano mi ha abbracciata, e mi ha chiesto scusa perché non riusciva a stringere".