"Acciaierie in vendita? Intervenga il Governo"

Caos dopo l’intervista di Sajian Jindal al "Financial times". Carrai smentisce. Romano e la segretaria regionale Pd con Bonafè: "1600 dipendenti in attesa"

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Già nel mese di febbraio si era parlato di un interessamento del gruppo Arvedi per le Acciaierie di Piombino, ma l’offerta sembrava sfumata. Poi l’intervista di Sajian Jindal al Financial times nella quale annuncia di voler dismettere gli asset del gruppo in Italia e in Texas. A Piombino si vuole capire che cosa sta accadendo, ci sono 1600 dipendenti in attesa. "Il Governo riferisca subito in Parlamento" sulla vicende delle Acciaierie di Piombino. Lo chiedono il deputato Pd livornese Andrea Romano e lo chiede la segretaria regionale del Pd Simona Bonafè.

"Apprendiamo dal Financial Times – afferma Simona Bonafè – che l’imprenditore indiano Jindal ha annunciato la vendita degli asset piombinesi di JSW Italia. Una notizia che riporta in primissimo piano il problema irrisolto delle acciaierie piombinesi. Serve a questo punto un intervento immediato del Governo per garantire le prospettive di sviluppo del sito. Oggi più che mai la produzione di acciaio è un patrimonio e può essere motore per una ripresa complessiva dell’area e della costa toscana".

"È assolutamente necessario – spiega Romano – che il ministro Giorgetti riferisca quanto prima alle Camere su queste novità, sulle iniziative che intende assumere per garantire la difesa dei livelli occupazionali delle acciaierie ex Lucchini e delle loro prospettive di sviluppo. Con l’occasione, richiamiamo il ministro a vigilare sulla definizione della commessa rotaie".

E le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e le rsu di Jsw Piombino Logistic e Gsi riferiscono che il vicepresidente Jsw Marco Carrai, sentito telefonicamente ha smentito la notizia. Ma in assenza di una smentita scritta i sindacati, scrivono in una nota congiunta, ricavano che Jsw "si muove in modo opaco, che gioca su più tavoli contemporaneamente, quello di Invitalia e quello con i nuovi possibili acquirenti; che il Governo o non gestisce ed è totalmente al buio, oppure agisce senza aver coinvolto e condiviso né con le istituzioni locali né con le parti sociali, tenendo tutto nel segreto della stanza dei bottoni" e che "la conferma che la ricca commessa delle rotaie (2,4 miliardi di euro ndr) se verrà assegnata a Jsw non si produrrà a Piombino". Le sigle chiedono quindi alle istituzioni e alla politica di "chiedere con una sola voce un incontro urgente e chiarificatore" e di "fermare l’assegnazione della commessa delle rotaie senza la garanzia che siamo prodotte a Piombino".

In serata fonti aziendali Jsw hanno fatto sapere che l’imprenditore è "dispiaciuto perché non è stato ancora concluso l’accordo con Rfi, ma che su Piombino c’è totale sintonia con il Governo. Stiamo procedendo sull’addendum dell’accordo di programma e ci aspettiamo quanto prima la firma dell’accordo con Rfi".

Maila Papi