Allegri via dalla Juventus: dai cavalli al gabbione, così ha raccontato Livorno al mondo

Si separano le strade di Acciuga e del club bianconero: cinque anni in cui la città è stata spesso al centro delle conferenze stampa del tecnico

Allegri durante una partitella con gli amici a Livorno

Allegri durante una partitella con gli amici a Livorno

Livorno, 17 maggio 2019 - Chissà cosa avrà pensato Ambra Angiolini quando, dopo l'inizio della relazione con Massimiliano Allegri, ha fatto visita con lui a Livorno. E chissà cosa il resto del mondo in questi anni ha pensato della Livorno raccontata da "Acciuga", il soprannome storico del tecnico, fresco della separazione con la Juventus.

Le strade del 51enne e della società del presidente Andrea Agnelli si dividono in un pomeriggio di maggio, dopo la constatazione che forse un ciclo era finito e che non c'erano i presupposti per andare avanti. E Livorno si scopre improvvisamente orfana di quell'interlocutore che in questi anni ha raccontato a suo modo la città al pubblico italiano.

L'ha raccontata in quella tipica situazione che in alcuni momenti della stagione è un rito senza grandi significati. Ma che con Allegri è diventata in più di un'occasione momento cult: la conferenza stampa pre partita. E' qui che Allegri ha spiegato la città dei Quattro Mori attraverso il suo punto di vista: i cavalli, il cazzeggio tra amici. Ma soprattutto la concretezza, la poca fiducia verso la teoria in favore invece della pratica e della semplicità.

E quella frase, "Stanno diventando tutti teorici", detta durante la famosa lite con Adani negli studi di Sky, è un po' il suo manifesto. Si chiude la stagione di Acciuga alla Juventus e il ricordo va a quei lunedì mattina dopo il weekend calcistico in cui tutte le scorie della partita il tecnico le scaricava nelle passeggiate di fronte al mare livornese, tra casa sua e il chiosco-bar dove potevi facilmente incontrarlo. 

Chissà se rimarrà ad allenare in Italia e chissà se, sulla panchina europea dove eventualmente siederà, riuscirà lo stesso a raccontare la città come ha fatto in questi anni. Tante battute in ordine sparso condite da tanta ippica, quello sport che il nonno gli fece amare fin da piccolo. Tanti flash da ricordare: il cavallo Minnesota su cui ha scommesso, vincendo, nonostante glielo sconsigliassero, la metafora su Benatia mandato al prato a riposare come un purosangue.

E Collesalvetti, che si ritrovò al centro delle cronache dopo una delle sue battute: "Poi le perdi le finali, perché non giochi contro il Collesalvetti… Con tutto il rispetto per il Collesalvetti, chiaro”.

Ovunque andrà, le costanti della sua vita resteranno: la partita al gabbione, quello inventato da Armando Picchi, il salto al bar dagli amici nel quartiere di Coteto, le cene d'estate sugli stabilimenti balneari. Ed è questa la sua forza, quel girare il mondo ma poi tornare a Livorno. Perché Livorno per lui resta sacra. Sacra come due anni fa, quando, senza dirlo troppo in giro, spese grosse cifre per aiutare famiglie e squadre calcistiche colpite dall'alluvione che sconvolse Livorno.

E tutti si chiedono in città dove andrà adesso, se davvero quello francese o quello inglese sarà il suo nuovo campionato di riferimento. Arrivederci dunque Acciuga, su un'altra panchina, in un altro Paese: adesso racconta a francesi e inglesi la bellezza di certi lunedì mattina d'inverno sul viale Italia.