Alberi e arbusti della Toscana ora non hanno più segreti, ecco i dati del primo censimento

Identificate 423 specie legnose, di cui 263 native e 160 esotiche

Alberi in Toscana

Alberi in Toscana

Pisa, 17 ottobre 2019 - Manca solo la carta d'identità. Il primo censimento di alberi e arbusti in Toscana ha identificato 423 specie legnose, di cui 263 native e 160 esotiche. La ricerca, realizzata da Francesco Roma-Marzio dell'Orto e dal Museo botanico dell'Università di Pisa, è stata premiata dalla Società botanica italiana e pubblicata dalla rivista Phytotaxa.

Nella regione il numero di piante nel suo totale è piuttosto alto: la provincia di Grosseto batte le altre con il maggior numero di specie native accertate, 181; mentre Livorno con 104 vince nella categoria esotiche, che sono poi quelle maggiormente a rischio. Siena scarseggia con solo 25 specie, infatti è la provincia con il numero più basso.

Tra le piante più a rischio estinzione, sono due le specie legnose che crescono solo sulle Alpi Apuane, il ranno e il salice delle Apuane, in pericolo soprattutto per lo sfruttamento eccessivo delle cave di marmo. Ma anche altre sono molto vulnerabili, "c'è il cisto laurino, diffuso lungo le coste del Mediterraneo dal Portogallo al Mar Nero, ma che in Italia cresce esclusivamente in Toscana nei pressi dell'abitato di Santa Brigida (Firenze) ed è messo in pericolo dai rimboschimenti con conifere che vanno a modificare l'habitat preferenziale della specie e dalla presenza di specie esotiche invasive", conclude Roma-Marzio.

La minaccia delle specie esotiche nei confronti della biodiversità regionale è uno dei problemi evidenziati dalla ricerca e il pericolo riguarda principalmente le aree costiere e planiziali e le isole dell'Arcipelago. "L'invasione di specie come l'ailanto, la robinia o l'agave americana - conclude il ricercatore - provoca un'omogeneizzazione del paesaggio vegetale e lo stesso è accaduto in alcuni tratti di costa sabbiosa nel Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli completamente invasi dalla jucca del Canadà (Yucca gloriosa), che ha tolto spazio alle specie che vivono in questo particolare ambiente".