"Quell'operaio morì a causa dell'amianto": la vedova ora sarà risarcita

La sentenza del Tribunale d'Appello di Firenze per un lavoratore dello stabilimento Solvay di Rosignano

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Rosignano Solvay (Livorno), 23 settembre 2019 - Fu l'esposizione all'amianto a provocare la morte, nell'ottobre del 2007, di un operaio della Solvay Chimica di Rosignano (Livorno). È quanto stabilito dalla corte di appello di Firenze, che ha condannato l'Inail a risarcire la vedova del dipendente. Secondo quanto reso noto dall'Osservatorio nazionale amianto, a seguito della sentenza la vedova otterrà una prestazione mensile, comprensiva degli arretrati, il pagamento dell'assegno funerario e i benefici del Fondo vittime amianto.

«L'Inail dovrà anche rilasciare la certificazione di esposizione all'amianto - spiega l'Ona in un comunicato - che permetterà di ottenere dall'Inps la rivalutazione della prestazione pensionistica».

Secondo la relazione dei consulenti tecnici nominati dalla corte di appello su richiesta del difensore della donna e presidente dell'Ona, avvocato Enzo Bonanni, il lavoratore sarebbe deceduto per un carcinoma polmonare provocato dall'esposizione all'amianto durante le ore di lavoro, sia come manovale che come conduttore di nastri trasportatori preso il reparto Sodiera della Solvay di Rosignano.

«La corte ha reso giustizia alla vedova - afferma Bonanni - che si era vista negare il diritto alla rendita mensile e agli arretrati per la morte del marito per tumore al polmone da amianto».