"Indimenticabile la partita che ho giocato con Pelè"

Il rosignanese Franzon era capitano del Catanzaro: l’amichevole nell’estate del 1972 in Usa

Pelè e Franzon nella foto ricordo della partita di 50 anni fa

Pelè e Franzon nella foto ricordo della partita di 50 anni fa

Livorno, 31 dicembre 2022 - «Quella partita resta sempre impressa nella mia memoria. Giocare contro Pelè, scambiare i gagliardetti con lui: io capitano del Catanzaro, lui del Santos, una delle squadre più prestigiose del mondo. Poi l’ho ammirato in campo. E’ stato il più grande e ho avuto la fortuna di giocare contro di lui. Posso raccontarlo".

Chi parla è Roberto Franzon, gloria del calcio biancoblù di Rosignano ma anche di quello italiano perché nel 1971 era il capitano della storica prima promozione del Catanzaro in serie A. In Calabria Roberto è rimasto un simbolo che non hanno dimenticato a distanza di cinquant’anni. E proprio i giallorossi in quell’inizio estate 1972 sono chiamati per una tournèe negli States dove affrontano il Santos del mitico Pelè. Roberto guida in campo da regista una squadra che ha appena partecipato al Torneo Anglo Italiano.

"Tra i nostri avversari lo Stoke City del portiere campione del mondo 1966 con l’Inghilterra Gordon Banks". Nella serie A appena conclusa il Catanzaro si è permesso il lusso di battere la Juventus con una rete di Mammì. Il 25 giugno 1972 al Roosvelt Stadium nel New Jersey fa molto caldo. Il match amichevole con gli avversari capitanati da O’Rey va in scena davanti a 16mila spettatori, molti sono emigrati e figli di emigrati calabresi. Finisce 7-1 e Pelè segnerà una doppietta. Il gol della bandiera dei calabresi lo firmerà proprio Franzon. Il racconto è di Roberto.

"Nei preliminari ci stringiamo la mano a centrocampo di fronte all’arbitro. Io gli dico che a fine gara ci terrei a scambiare la mia maglia con la sua e lui fa cenno di sì. Praticamente non ci fu partita, erano troppo forti per noi. Ci irretirono subito con azioni meravigliose e una tecnica sopraffina. Era un piacere vederli giocare. Ma non sapevamo un particolare. Pelè aveva concordato con gli organizzatori di giocare un tempo e solo 15-20 minuti della ripresa. Allo scoccare del quarto d’ora del secondo tempo lui guarda con insistenza la sua panchina e un dirigente gli fa cenno indicando il numero uno. Lo abbiamo capito dopo. Voleva dire che mancava un minuto alla sua uscita. Per dare solennità alla sua sostituzione Pelè prese la palla e fece un numero dei suoi, segnando dopo un’azione personale un magnifico gol e fuggendo direttamente negli spogliatoi per evitare l’assalto dei tifosi. Del resto avevamo iniziato la gara con 40 minuti di ritardo perché tutti si volevano fotografare con Pelè. Purtroppo quando finimmo il match lui era già altrove e la maglia non l’ho potuta scambiare. Per quelli della mia generazione ma un po’ per tutti – continua Franzon – lui è stato calcio. La sua scomparsa mi addolora. Perdiamo un personaggio che è stato uno straordinario campione e il vero ambasciatore del football nel mondo".

Fra l’altro non era la prima volta che Franzon giocava contro il Santos e Pelè. "Nel 1961 ero nella Juventus dove ero arrivato ragazzino dal Solvay. Li affrontammo in un torneo. Era una squadra stellare, che pensava a segnare e a dare spettacolo anche se in bianconero c’era un altro fuoriclasse come Sivori".

Enrico Salvadori