"Appalti Eni, l’indotto è a rischio"

Livorno, Ilaria Landi (Uilm): "Durante i cambi devono essere salvaguardati tutti i posti di lavoro"

L'impianto Eni di Stagno a Livorno

L'impianto Eni di Stagno a Livorno

Livorno, 30 maggio 2021 - «Siamo andati dal prefetto perchè è importante che il rappresentante del Governo sul nostro territorio sia a conoscenza della situazione. Ci siamo andati in maniera preventiva dato che a luglio ci sono appalti in scadenza e nessun lavoratore dell’indotto Eni, nel cambio appalti, deve perdere il posto di lavoro".

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Le parole di Ilaria Landi, segreteria provinciale Uilm, sono chiare: occhi puntati sulla raffineria Eni di Stagno dove, nei prossimi mesi, si prenderanno decisioni importanti e dove, tra poche settimane, il valzer degli appalti potrebbe lasciare qualche lavoratore a casa. "Le scadenze di luglio – continua la Landi – dovrebbero essere prorogare, ma noi vogliamo essere sicuri perché c’è la necessità di mantenere l’ordine sociale". Mentre anche Livorno cerca di uscire anche dalla morsa della pandemia, aumenta l’attenzione sulle realtà industriali del territorio e Eni è, ormai da tempo, uno dei nodi di una trasformazione che, se non governata dal punto di vista occupazionale ed ambientale, rischia di diventare un boomerang proprio per la tenuta sociale del territorio ormai, da tempo, bollata come ’area di crisi complessa’. "Se non c’è un progetto organico e chiaro che parli di transizione ecologica si rischia molto in termini di occupazione – continua la Landi – non possiamo sempre giocare in difesa e subire le trasformazioni, la politica deve governare altrimenti saremo perdenti".

Da qui lancia anche un appello agli altri sindacati: "Sull’Eni si gioca una partita importante e noi dobbiamo essere uniti, decisionisti e non attendisti. La vertenza deve essere fatta in maniera organica anche tra le categorie dell’indotto che conta circa 700 persone". Poi tira in ballo la politica: "La politica deve governare questo processo. Non vogliamo pagare il compromesso tra salute e ambiente: questo non è un dazio da mettere sul tavolo". "Abbiamo fatto incontri con Confindustria – dice la Landi – affinchè Eni intervenga con clausole sociali dell’organico. Particolare attezione alle manutenzioni e alla sicurezza". Uno snodo cruciale perchè il taglio sugli appalti rischia di mettere a rischio proprio la sicurezza degli impianti dato che la maggior parte delle manutenzioni sono date in appalto.

«Ci sono 500 milioni di euro nel recovery found per la progettualità – sottolinea la sindacalista della Uilm – e io ho una gran paura che, come già accaduto, non si riesca a prendere questo treno proprio per mancanza di progettualità. Il 13 maggio è stato fatto un tavolo nazionale sull’area chimica, ma non si è parlato di Livorno. Noi pretendiamo che la nostra realtà sia sui tavoli nazionali. Purtroppo anche con il Governo Draghi non vediamo una politica industriale per uscire dal ’guado’, gli ammortizzatori sociali sono una risposta ma non la soluzione". E ai partiti: "Devono essere uniti per il bene del paese e non far parte di una pluralità di comodo".

Michela Berti