Livorno, il racket della sicurezza nei locali notturni: tre arresti. Violenze e minacce

Volevano il monopolio: minacce, aggressioni e rapine per assicurarselo

Livorno, 20 luglio 2022 - Sono finiti in carcere in tre con accuse a vario titolo di associazione per delinquere, estorsione aggravata, illecita concorrenza con minaccia o violenza, porto abusivo di armi da sparo e altro ancora. Frutto dell'indagine della Procura di Livorno, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Livorno, insieme ai militari delle compagnie di Livorno e Pisa.

Le indagini risalgono addirittura a fine 2018, iniziate a seguito della denuncia sporta dal titolare di un’agenzia di sicurezza privata che aveva dichiarato di essere vittima di intimidazioni da parte di soggetti riconducibili a una società concorrente. Nel corso delle indagini, secondo gli inquirenti, sarebbe emerso un vero e proprio racket nella gestione dei servizi di vigilanza e sicurezza presso diversi locali di intrattenimento della provincia di Livorno.

Indagati tenuti sotto controllo
Indagati tenuti sotto controllo

Gli indagati, italiani e albanesi, avrebbero promosso e costituito un’organizzazione criminale per acquisire il monopolio della gestione della sicurezza dei locali notturni. L’attività investigativa avrebbe registrato e documentato numerosi episodi di minacce, aggressioni, rapine e danneggiamenti nei confronti dei titolari e dei dipendenti delle agenzie concorrenti, tali da costringere le vittime ad abbandonare la gestione del servizio a cui poi sarebbero subentrati gli indagati.

A partire dal 2018 una vera escalation di episodi violenti. Emblematica, come definita dal Gip nel provvedimento cautelare, la denuncia sporta da due maghrebini che hanno riferito di essere stati vittime di un pestaggio la notte del 30 settembre 2018, con conseguente rapina di beni ed effetti personali. Ma ancor più significativa della pericolosità degli indagati, della loro prepotenza e del disprezzo delle leggi e delle forze di polizia, è, secondo gli inquirenti, la violenta aggressione nei confronti di tre carabinieri da parte di un albanese, destinatario del provvedimento custodiale. I tre carabinieri, liberi dal servizio, la mattina del 20 luglio 2019, avevano fermato l’uomo alla guida della sua auto perché stava commettendo una serie di gravi infrazioni. Pur qualificatisi come carabinieri, vennero aggrediti con un coltello.

L’uso della violenza è stato sistematico e rivolto non solo alle persone, ma anche alle proprietà. Per esempio il danneggiamento di quattro pneumatici di un’auto nel settembre 2018 e, alcuni mesi dopo, nel gennaio 2019, l’incendio di uno scooter, in uso a concorrenti. L’organizzazione faceva leva sulla forza intimidatrice derivante dalla prestanza fisica di alcuni di loro ma, soprattutto, sulla disponibilità di armi da sparo.

La disponibilità delle armi è emersa nel corso delle indagini e riscontrata il 28 febbraio 2019, quando una pattuglia del di carabinieri di Pisa stava controllando un’auto con a bordo due degli indagati trovandoli in possesso di tre pistole, quattro manganelli, tre mazze da baseball, un pugnale e un taser.

Il 15 dicembre 2020, lo stesso albanese che aveva aggredito i tre carabinieri venne arrestato nuovamente da personale della Questura di Livorno, con l’ausilio di personale dell'Arma, perché nel corso di un inseguimento da parte di una volante della Polizia si era disfatto di una pistola risultata rubata.

L’organizzazione sarebbe stata interessata ad accaparrarsi anche la gestione del servizio di controllo e sicurezza di alcuni locali della provincia di Pisa. Nei confronti di alcuni indagati sono emerse responsabilità anche riguardo alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti. I tre arrestati sono stati portati in carcere a Livorno.