
L'ex assessore Simone Lenzi
Livorno, 11 febbraio 2025 – È prossima la presentazione in anteprima, fuori Livorno, probabilmente a Firenze (al Museo del Novecento?) del libro intitolato ’Malcomune. Inclusione, resilienza e una beata minchia negli enti locali’ di Simone Lenzi, ex assessore alla cultura del Comune di Livorno, protagonista di una vicenda che ha guadagnato la ribalta delle cronache nazionali con l’accusa di transfobia.
Come si legge sul social X, che annuncia l’uscita del libro per il 28 febbraio “un Assessore alla Cultura di una città di provincia Livorno, ndr) racconta il suo incontro con i misteriosi e complessi ingranaggi della macchina amministrativa, con i dipendenti comunali e gli artisti che ogni giorno postulano aiuti pubblici per i loro progetti. Fra mostre di successo, festival e una comprovata dedizione alla causa, guadagnatosi così la stima e il rispetto della città, tutto andrebbe per il meglio se, dopo aver visto una statua alla Biennale di Venezia, l’Assessore non commettesse l’unico errore davvero imperdonabile per un politico, dire, per una volta, quel che pensa davvero. Comincia così l’inevitabile discesa in quell’inferno tragicomico che i giusti e buoni del centrosinistra sono sempre pronti a spalancare per tutti quelli come lui”. Sempre su X l’ex assessore Lenzi aveva infatti scritto nell’estate 2024 riguardo l’opera ’Woman’ dell’artista Jade Guanaro Kuriki-Olivo: “Alla Biennale di Venezia ci tengono a farci sapere che la donna quintessenziale ha la minchia. E no, non è che siamo borghesi scandalizzati. Siamo borghesi annoiati a morte da questo lavaggio del cervello, da questa prevedibilità, da questa predica continua”. Lenzi si dimise a ottobre 2024 dopo il post definito omofobo.
Perché scrivere un libro ora su quello che è successo?
“Lo vedo meglio come un memoir. Una storia che mi sono divertito a scrivere e valeva la pena raccontarla. È divertente e magari istruttiva”.
Ha il dente avvelenato ripensando alla fine della sua esperienza nella giunta del Sindaco Luca Salvetti?
“Assolutamente no. Sto benissimo, forse meglio di prima”.
È tornato alle sue occupazioni precedenti?
“Sto scrivendo una sceneggiatura per un regista che non è toscano”.
Monica Dolciotti