Bambina cade in un pozzo, tragedia sfiorata

Dipendente Geofor si butta, ma poi resta intrappolato: recuperato grazie al figlio

Franco Fantacci con il figlio Victor

Franco Fantacci con il figlio Victor

Livorno, 11 aprile 2019 - Un volo in acqua, l’istinto, «la mano di Dio». Franco Fantacci è ancora dolorante, ma grato perché l’incubo è finito: la piccola è salva, lui pure, dopo essere stato ammollo per oltre 30 minuti in una buca profonda. Martedì pomeriggio il dipendente Geofor, 56enne pisano, era in via delle Sorgenti a Nugola, nella campagna della città dei Quattro Mori, con altri tre adulti e 8 bambini per un’uscita organizzata dalla chiesa evangelica Fonte di vita di Livorno. Una delle bimbe di 7 anni, a un certo punto, è montata «su una specie di scalino di cemento ed è volata giù in un pozzo».

Che cosa è successo?

«Il tappo sembrava solido e invece, non appena è salita su, si è sgretolato e lei è caduta dentro questo buco che si è scoperchiato».

Come se ne è accorto?

«L’ho vista sprofondare».

E poi?

«Non ho pensato, mi sono buttato dentro, lei è rimasta in acqua 30 secondi. Ce l’ho fatta a tenerla su, in alto, mentre gli altri la tiravano fuori, è leggera».

Ma non è più riuscito a risalire.

«No, perché il diametro è stretto, 1 metro e 50 massimo, le pareti melmose, c’era solo un tubicino di scarico al quale mi sono attaccato per non affogare».

Come ha fatto a resistere?

«Mio figlio Victor si è sdraiato sul bordo e mi ha tenuto la mano per non farmi sprofondare, è stato lui a salvare me. Io cercavo di farmi forza con i piedi. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco, ma non siamo livornesi e abbiamo dato un indirizzo sbagliato ai soccorritori dicendo loro che eravamo in zona Valle Benedetta. Ci hanno messo un po’ per trovarci, ma è stata colpa nostra».

E quanto tempo è rimasto in acqua?

«Le altre persone che erano con me mi hanno riferito almeno 35 minuti, io non mi rendevo conto. Ero in una posizione scomoda, al freddo. Piano piano, sentivo che le forze mi stavano venendo meno».

Non si è accorto che il tempo passava, come accade spesso in situazioni di pericolo, ma a che cosa pensava in particolare?

«Che la bambina era uscita e quello era il fatto più importante».

Quando sono arrivati i pompieri?

«Hanno preso una corda e me l’hanno fatta passare intorno. Così mi hanno tirato fuori».

Come state, adesso?

«Ho avuto una leggera crisi ipotermica, mi hanno subito massaggiato in ambulanza, è intervenuta la Croce Rossa che mi ha portato al pronto soccorso di Livorno dove sono rimasto in osservazione, come la piccola».

Che cosa le hanno detto i genitori della bimba?

«Il padre mi ha ringraziato. Non sapevamo che in quella zona ci fossero pericoli, altrimenti non ci saremmo andati».

Eravate in gita?

«Stavamo facendo delle riprese per un video da mostrare in chiesa nel giorno di Pasqua».

Ha avuto altre esperienze simili? «Per carità, così è la prima in 56 anni: basta e avanza».

Si è trattato di attimi, poteva andare diversamente...

«La cisterna era profonda, mi hanno detto che c’erano 6 metri di acqua, la situazione era brutta. Noi ci abbiamo visto la mano di Dio che è intervenuto evitando il peggio».

E la bambina, le ha parlato?

«Mia moglie mi ha raccontato che, una volta che è uscita dal pozzo, era preoccupata soprattutto perché bagnata. Per fortuna, non ha realizzato. Ho fatto il viaggio con lei in ambulanza ed è rimasta in silenzio, ma sta bene».

Il suo grazie?

«A tante persone, ma soprattutto a mio figlio Victor».