Barca incagliata alla Meloria, salvato. Ma è giallo sulla bugia del naufrago

Alla Capitaneria ha detto che l'imbarcazione era affondata, invece è stata ritrovata incagliata

La barca incagliata

La barca incagliata

Livorno, 15 gennaio 2019 - Una vicenda partita come un incidente marittimo che però potrebbe nascondere qualcos'altro e sulla quale sta indagando la guardia costiera di Livorno.

Tutto è cominciato questa mattina quando da Pisa è arrivata la telefonata alla sala operativa della Guardia Costiera di Livorno: un uomo avvisava la guardia costiera di aver ricevuto un sms da un amico che lo informava di essere naufragato con la propria barca a vela nelle acque antistanti il porto di Livorno e di essere su un tender alla deriva.

La motovedetta CP 866 in poco tempo ha individuato il tender e recuperato il naufrago, un 51enne francese: era in buone condizioni di salute ed è stato riportato a terra. "La mia barca è affondata", ha detto ai militari, spiegando che era partito dalla Sardegna e e che era diretto al porticciolo di Marina di Pisa. 

La barca incagliata
La barca incagliata

Fin qui nulla di strano. Se non che, alle prime luci dell’alba, i militari hanno invece individuato l’imbarcazione “Le Chien” (questo il suo nome) incagliata sugli scogli della Torre della Meloria. Quindi sul posto è stata inviata un’altra motovedetta con a bordo personale subacqueo specializzato della Guardia Costiera per verificare l’eventuale presenza di inquinamenti nella zona del naufragio e per accertare le condizioni dello scafo. Per fortuna i rilievi non hanno individuato alcuna forma di inquinamento, ma la presenza di un grosso squarcio sulla murata di sinistra dell’imbarcazione ne ha imposto la rimozione con una gru di sollevamento.

La Capitaneria di porto ha notificato una diffida al comandante e proprietario dell’imbarcazione intimandogli la rimozione. Tutte le successive attività di recupero saranno costantemente monitorate proprio dalla guardia costiera anche perché la zona è di particolare pregio naturalistico, nell’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria.

Proseguono intanto le indagini per accertare la dinamica e le eventuali responsabilità e soprattutto per chiarire i motivi per i quali il naufrago abbia nell’immediatezza tenuto a specificare che la barca fosse affondata. Gli uomini della Capitaneria di porto stanno eseguendo attività investigative per chiarire come mai l’uomo stesse navigando con le vele bordate in un’area dove la navigazione è vietata e per escludere che l’unità potesse essere impiegata per traffici illeciti.