Bracconaggio ittico, sorpresi e sanzionati due pescatori di frodo

Erano a caccia delle cosiddette ‘cée’ tra Cecina e Vada: 2.220 euro di multa

Una pattuglia della capitaneria di porto

Una pattuglia della capitaneria di porto

Livorno, 21 febbraio 2020 - Tornato il bel tempo, con le condizioni meteo degli ultimi giorni davvero favorevoli, è ripreso anche il fenomeno del bracconaggio del novellame di anguilla, quelle che in gergo livornese vengono definite ‘cée’. Una pesca particolarmente distruttiva e vietata, proprio perché va a colpire gli esemplari appena nati, minando così la conservazione ittica. Nei giorni scorsi gli uomini della Guardia costiera insieme ai carabinieri forestali e alla polizia provinciale hanno sorpreso due pescatori di frodo in località Molino a fuoco, tra Cecina e Vada, sanzionandoli con 2.200 euro di multa oltre al sequestro degli attrezzi.I due stavano appunto pescando con l’ausilio della classica ‘ripaiola’, una sorta di grande coppo dotato di rete a maglie fittissime. Secondo la legge, introdotta per reprimere la pesca intensiva di frodo nelle acque interne, il cosiddetto ‘bracconaggio ittico’, sono stati quindi multati. Il novellame appena pescato, ancora vivo, è stato rigettato subito in acqua. Task force ed azioni congiunte, quindi, per prevenire e reprimere questo mercato nero, losco e segreto, che viaggia sul filo del telefono e che porta i prezzi di questa pesca illecita a sfiorare i 200 euro al chilo. “E’ bene ricordare - fanno sapere i militari -, che lo stesso illecito commettono anche coloro che detengono o semplicemente consumano esemplari di anguilla ceca”.

P.B.