Caso Figline, “sconto“ sulle pene per calciatori e allenatore

Ridimensionate le squalifiche: ma 18 mesi di volontariato

Caso Figline: la corte federale d’appello rivede le condanne sportive al ribasso, pur lasciando sostanzialmente intatto il castello accusatoria della procura della Figc. Anzi, ripristina alcune delle iniziali richieste fatte dall’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore federale Mario Taddeucci Sassolini.

Così, per l’ormai famosa “goleada“ con cui nel maggio scorso i gialloblù uscirono sconfitti dalla partita contro il Tau Calcio, valevole per il girone a tre della poule promozione del campionato di Eccellenza, risultato (5-1 in favore del Tau) che paradossalmente mise il Figline in condizione di vantaggio in vista dell’ultima gara del gironcino tra Tau e Livorno, i giudici, presieduti dal dottor Mario Luigi Torsello, si sono così pronunciati: nove mesi di squalifica più un anno e mezzo di volontariato per i calciatori Mattia Privitera e Andrea Saitta, difesi dagli avvocati Marco Checcucci e Ilaria Agati e Matteo Corri. In primo grado, assieme al portiere Vanni Burzagli (che non ha fatto appello) erano stati condannati a due anni di squalifica. L’allenatore Marco Becattini si è visto trasformare la precedente condanna dell’allontanamento dai campi di gioco per tre anni, in un anno di squalifica più anno e mezzo di lavori socialmente utili.

L’ex ds Emiliano Frediani, difeso dall’avvocato Francesco Rondini, in primo grado inibito per cinque anni, ottiene uno sconto di diciotto mesi: per lui, quindi, inibizione di tre anni e sei mesi.

Stefano Brogioni