Ccn e Comune, l’accordo "Valorizziamo i quartieri"

Alla firma l’assessore Garufo e i rappresentanti dei Centri commerciali naturali "Il protocollo ha come principale obiettivo il rilancio del tessuto locale"

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I Ccn, Centri commerciali naturali, a Livorno sono una potenza. Sono tanti: Ardenza, Borgo, Colline, Centro città, Venezia, Fiorentina, Modì, Sorgenti, via Cambini, Vivi San Jacopo, Piazza Venti Settembre e dintorni, Antico Borgo Reale e Banditella Marilia e riuniscono commercianti che hanno come obiettivo la valorizzazione del tessuto commerciale cittadino attraverso eventi e iniziative. Un patrimonio di risorse che il sindaco Luca Salvetti e l’assessore Rocco Garufo non hanno voluto disperdere. Da qui è nato il protocollo – elaborato da Sabrina Borgogni e firmato ieri nel salone delle cerimone – che crea la cornice all’interno della quale i Ccn e il Comune realizzeranno iniziative su aree pubbliche. C’era bisogno di un po’ di ordine, con eventi in città soprattutto nei periodi come quello di Natale, primavera e estate che rischiavano di sfuggire ad una programmazione completa. Fabio Saller, presidente del coordinamento dei Ccn, ha ribadito l’importanza che la legge 62 del 2018 ha dato ai Ccn come entità di supporto all’azione dell’amministrazione; è con la piena sinergia tra pubblico e privato che si ottengono i migliori risultati e i Ccn sono anche un veicolo che permette agli esercizi di vicinato di essere più concorrenziali con la grande distribuzione.

Il Comune ha messo a disposizione 60mila euro: soldi che permetteranno ai Centri commerciali naturali di accedere a tutta una serie di servizi, dal marketing alla promozione turistica. Alla firma con l’assessore Rocco Garufo c’erano Fabio Saller, Roberto Tani, Massimo Andorlini, Stefania D’Echabour, Alessandro Bacci, Michele Nardi. Una sola voce nel chiede maggiore sicurezza, più controlli nei quartieri e anche più collaborazione con le associazioni di categoria. "Ho tre fondi chiusi – dice Roberto Tani commerciante di Piazza Venti – di recento uno l’ho affittato a uno straniero che ha aperto un kebab e ora mi prendo gli insulti dei residenti. Che si deve fare? Oggi sono solo gli stranieri che comprano i fondi e aprono negozi, tutti dello stesso genere: frutta e verdura, minimarket o kebab!".

Michela Berti