"Centri commerciali, chiuderli non serve"

Alle Fonti del Corallo gli operatori sono preoccupati: "Giù le saracinesche nel fine settimana significa concentrare i clienti negli altri giorni"

Il Governo potrebbe prendere provvedimenti per ridurre le concentrazioni

Il Governo potrebbe prendere provvedimenti per ridurre le concentrazioni

Livorno, 25 ottobre 2020 -  Pare che il Governo sia orientato a far chiudere i centri commerciali nei week end per ridurre le occasioni di spostamento e assembramento delle persone a causa della recrudescenza dei casi di contagio da coronavirus, anche se resta sul tavolo l’ipotesi di contingentare gli accessi (numero chiuso). Chi lavora nei centri commerciali guarda con preoccupazione all’evolversi delle nuove normative del Governo, ma le opinioni non sono le stesse.

Antonella Natalini del Bar ’Il Bocconcino’ al centro commerciale Parco del Levante si guarda intorno e commenta: "Già c’è poca gente. Sembra un sabato questo qui al Parco del Levante? No. Mi sembra il 7 gennaio quando tutti hanno finito i soldi della tredicesima e non hanno più un centesimo da spendere. Non c’è bisogno del numero chiuso nei centri commerciali, o della chiusura nei fine settimana. Le persone si sono già regolate da sole riducendo gli spontaneamenti e le occasioni per spendere. Abbiamo faticato a riaprire la prima volta dopo la quarantena nazionale. Ora ulteriori provvedimenti restrittivi ci metterebbero definitivamente con le spalle al muro". Di opinione diversa invece è Emanuele Falchi della Lavanderia Green Wash sempre al Parco del Levante: "Il numero chiuso con 500 persone massimo nella galleria come tra aprile e maggio penso sia anche ora la soluzione migliore, inclusa la misurazione della temperatura all’ingresso se serve a rallentare la diffusione del contagio".

Chiara Moneta è la responsabile del negozio Allscent Valeria Doveri (ancora al Parco del Levante) sono convinte che "se si riducesse il numero di accessi al centro commerciale per salvaguardare la salute pubblica, sarebbe come tornare alle regole in vigore quando è terminato il lock down. Ci adegueremo se non ci saranno alternative. D’altra parte la situazione è seria e bisogna stare alle norme che vengono decise dal Governo per il bene di tutta la collettività". Mentre le opinioni si dividono tra gli operatori commerciali, l’assessore al commercio del Comune Rocco Garufo si è fatto la sua idea: "Se ci sono luoghi che si possono controllare bene sono proprio i centri commerciali. Vedo così come un paradosso limitarne l’apertura a soli cinque giorni la settimana perché i clienti temo affluirebbero in massa nei giorni di apertura". Francesca Marcucci presidente di Confcommercio è categorica: "Il settore del commercio ha subito, come altri, forti ripercussioni negative a causa del lockdown. Dopo la ripresa del lavoro il volume degli affari è sensibilmente calato. Chiedere altri sacrifici alle aziende, specie quelle che operano nei centri commerciali riducendo gli accessi (di fatto già calati) significherebbe spingerle ulteriormente lungo una china difficilmente risalibile. Ribadisco che gli operatori del commercio per primi mettono in pratica tutte le prescrizioni anti covid , tanto più nei centri commerciali dove i singoli negozianti garantiscono le migliori condizioni di sicurezza per i clienti".  

Monica Dolciotti