"Che cosa significa difendersi dalle molestie Ma non tutte le donne sono forti e aiutate"

"Mentre a Portoferraio si svolgeva la Camminata Contro La Violenza alle Donne, si consumava un amaro pomeriggio di rimpalli dal Comando di Polizia (dove una voce al citofono ci diceva di non poter aprire), al Comando dei Carabinieri, nel cui ufficio, però, non c’era nessuno che potesse verbalizzare l’accaduto...ma dopo 8 ore, ce la facciamo". Inizia così una lettera aperta delle amiche e della donna che all’Elba ha denunciato un settantenne per le continue molestie. All’uomo è stato da poco applicato un braccialetto elettronico per controllare i suoi movimenti ed ha il divieto di avvicinarsi alla donna da lui molestata. la denuncia ha portato ai provvedimenti, ma non è stato facile. "Informate dell’esistenza di un centro antiviolenza nella val di Cornia, che copre anche l’isola d’Elba – si legge nella lettera – proviamo a chiamarlo e scopriamo dalla segreteria telefonica che quello di Portoferraio è attivo solo il lunedì dalle 10 alle 12 e il mercoledì dalle 15 alle 17. Allora chiamiamo il 1522, perché preoccupate che il soggetto in questione reagisca male alla denuncia. Ci informano di chiamare il centro antiviolenza locale per attivare le vie legali, cioè l’integrazione di una “misura cautelare di allontanamento” alla denuncia già inoltrata.

Mentre i riflettori sono puntati su panchine rosse da commemorare, molte altre panchine sono consumate da solitudine e angosce, senza alcuna garanzia di tutela. Per sostenere questa donna ci siamo organizzate, per garantirle protezione di giorno e di notte". "Chiedo ai lettori – scrive la donna molestata – se siano consapevoli di cosa può vivere una persona in una situazione di stalking e di come ti possa cambiare la vita. Come ci si sente a essere considerati “una preda”, contro la propria volontà, con prepotenza e insistenza assillante e asfissiante. Non tutte hanno un percorso alle spalle come il mio, come volontaria in un centro donne, per poter far fronte a un percorso così impegnativo, per sapere a chi rivolgersi. Perciò non mi ritengo una vittima, ma una protagonista, una donna che con determinazione ha deciso di agire, anche fino allo sfinimento. Ma non dovrebbe essere così! Non tutte le donne hanno la forza di farlo. Le protagoniste di questa storia siamo state io e tutte le donne a me connesse, che hanno agito per tutelarmi o sostenermi. Come altre persone, conoscenti, amici e familiari, senza differenza di genere, che si sono mostrate solidali. A tutti loro, un grazie sentito".

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