Chiede asilo, ma è ricercato per omicidio

Livorno: un giovane pakistano si presenta in Questura, ma nel frattempo era stato condannato nel suo Paese d’origine. Arrestato

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Si era presentato all’Ufficio Immigrazione della Questura di Livorno (diretto dal vice questore aggiunto Claudio Cappelli) per presentare i documenti per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari mercoledi pomeriggio. Però dai controlli effettuati dal personale della Questura è emerso che per lo straniero di 19 anni di nazionalità pakistana, era stato emanato un ordine di arresto internazionale dalle autorità della Repubblica del Pakistan.

Il giovane è stato riconosciuto colpevole nel paese di origine del reato di omicidio aggravato, per aver ucciso un uomo con un’arma da fuoco, in concorso con altre persone, a causa di ostilità tra due gruppi contrapposti e per essersi dato alla fuga per sottrarsi all’arresto.

Così mercoledì il personale della Squadra Mobile ha arrestato il cittadino pakistano di 19 anni, in esecuzione dell’ordine di arresto internazionale. Essersi presentato all’Ufficio Immigrazione per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, ha fatto cadere in trappola il diciannovenne arrivato in Italia fuggendo dal proprio paese. Il dicioannovenne arrestato in via provvisoria in attesa della richiesta di estradizione da parte del paese di origine, è stato trasferito al la Casa Circondariale di Livorno a disposizione della Corte d’Appello di Firenze che chiederà gli atti giudiziari alla corte pakistana che lo ha condannato all’ergastolo.

In Italia è arrivato passando una frontiera di terra dopo avere lasciato la Turchia clandestinamente e dopo essere giunto fino in Slovenia. Da lì è arrivato a Gorizia. Ma al passaggio della frontiera non era stato ancora condannato.

Emessa la sentenza di condanna in Pakistan, subito dopo è stato diramato l’ordine di cattura internazioale comunicato al servizio per la cooperazione internazionale di polizia divisione ricerca latitanti. Grazie a questo meccanismo ben collaudato, il giovane pakistano è stato indiviatuato e fatto arrestatre dalla squadra Mobile (diretta da Giuseppe Lo Deserto) prima che gli fosse rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Dopo l’arrivo in Italia, pare che il diciannovennessia stato ospitato in un centro di accoglienza in provincia di Livorno.

Monica Dolciotti