Cinghiali ’arano’ il museo di Bolano

Portoferraio, scorrerie nel parco a San Martino che ospita le opere dell’artista. Danni ai vialetti

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Non c’è giorno ormai che non vengono segnalate all’isola d’Elba incursioni notturne di cinghiali che, per andare alla ricerca di cibo, invadono zone recintate, orti, coltivazioni, parchi e giardini privati danneggiando terreni, muretti, recinzioni e quant’altro trovano sulla loro strada . Non poteva sfuggire all’invasione anche l’Open Air Museum Italo Bolano, situato nella campagna di San Martino, alla periferia di Portoferraio, attualmente chiuso per riposo stagionale dopo che un gruppo di volontari in autunno ne aveva completato la pulizia - iniziata nella scorsa estate - estirpando edera invasiva, e potando gli arbusti cresciuti a dismisura. Pulizia resasi necessaria a seguito della forzata chiusura della struttura per diversi mesi a causa della malattia di Italo Bolano. "Purtroppo - spiega Alessandra Ribaldone, moglie del compianto artista ed a capo della fondazione che porta il suo nome – anche il museo non è stato risparmiato e, a seguito delle scorribande degli ungulati, il terreno sotto la pineta e lungo i vialetti risulta arato in profondità tanto che sono stati riportati alla alla luce i teli antivegetativi e radici piuttosto profonde. Un vero e proprio disastro che obbligherà i volontari che si ritroveranno a primavera per gli interventi propedeutici alla riapertura del museo ad un lavoro supplementare per ripristinare i terreni devastati". A seguito del danneggiamento (che fortunatamente non ha interessato le opere monumentali del maestro) il consiglio direttivo della Fondazione Bolano ha deciso di aderire all’iniziativa del Forum Elba Consapevole ed ha firmato la petizione con la quale vengono richieste alle autorità competenti iniziative tese all’eradicazione degli ungulati dal territorio elbano "dopo un’adeguata progettazione che preveda la minore sofferenza possibile per gli animali". Ed ancora, "la cancellazione della classificazione dell’isola quale ‘area vocata al cinghiale’" e lo "stralcio dell’Elba dal piano faunistico-venatorio regionale con la realizzazione di uno studio e di un piano adatto ad essa". "Ci auguriamo che gli organi competenti – aggiunge Alessandra Ribaldone a nome della Fondazione - accolgano adeguatamente le richieste per fermare o quanto meno contenere questi danni che si fanno ormai veramente ingenti per tutti. Nel frattempo la nostra Fondazione, che a dicembre ha ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Toscana, sta portando avanti la campagna soci in vista della prossima assemblea e sta mettendo a punto il programma delle attività da svolgere nei prossimi mesi sia nel Museo Open Air di San Martino, sia nella sede di Prato".

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