Classe 2A Fermi - Istituto Comprensivo Micheli Bolognesi, Livorno

Gli studenti hanno scelto di partecipare al progetto lanciato dal Questore Roberto Massucci

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La nostra classe alla commemorazione di Giovanni Palatucci, questore di Fiume, morto a Dachau

Grazie alla Questura abbiamo scelto “la strada giusta”. Non siamo abituati a scrivere gli articoli in prima persona, ma questa volta la notizia riguarda noi. La nostra classe infatti, la 2A dell’Istituto Comprensivo Micheli-Bolognesi, scuola secondaria di primo grado “E. Fermi”, ha partecipato, come molte altre scuole di Livorno, ad una serie di iniziative organizzate dall’Ufficio Scolastico Provinciale in collaborazione con la Questura di Livorno, dal titolo “Scegli la strada giusta”, un importante progetto di educazione alla legalità.

Nel mese di febbraio, però, siamo stati invitati a partecipare ad un’iniziativa più ristretta, una cerimonia nel piazzale della Questura di Livorno in ricordo dell’estremo sacrificio di Giovanni Palatucci, poliziotto e Questore di Fiume nel 1944, morto nel campo di concentramento di Dachau nel febbraio del 1945, col numero 117826.

La “giornata della memoria” per Palatucci si è svolta alla presenza di numerose autorità: Sindaco di Livorno, Prefetto, Questore, Comandante Provinciale dei Carabinieri, Provveditore agli Studi e del Vice Presidente delle Comunità Ebraiche Guido Di Segni.

Nel corso della mattinata, le quattro classi presenti (tra cui una di Venturina, cittadina in provincia di Livorno nella quale due ragazze di quindici anni hanno aggredito un dodicenne ebreo) si sono alternate in letture di pensieri e riflessioni ispirate alla Shoah. Una nostra compagna, Gea Ciampini, dal palco, ha letto una sua poesia di cui parte del testo recita: “Non è facile ricordare, guardarsi dentro e dire: “Quello che è successo è solo Male, ma il ricordo non deve affievolire”, Ma una domanda mi ronza in testa: perché, perché mai, persone come noi hanno fatto un simile tremendo atto di Dominio per poi negare tutto? Non ho ancora trovato risposta a questo mio quesito, ma spero non accada più un tale Sterminio”.

Proprio un verso di questo componimento è stato ripreso dall’avvocato Di Segni nel suo discorso: “Ha ragione la giovane studentessa a chiedersi come hanno fatto delle persone a compiere un tale abominio”. La memoria, la cultura, il senso civico, la tolleranza, il rispetto, potranno essere di grande aiuto per costruire la strada verso il futuro. E noi – come il questore ci ha chiesto di gridare a piena voce alla conclusione della cerimonia – abbiamo scelto la strada giusta. Anche nel nome dei “giusti”.

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