Classe 2E istituto Galilei San Pietro in Palazzi, Cecina

I ragazzi raccontano come il Coronavirus ha cambiato le loro abitudini in questi anni difficili

Migration

"Mi sono ritrovata di punto in bianco a non potere andare a scuola, a non poter praticare lo sport che amo, a indossare la mascherina, a mantenere un metro di distanza e a non poter più abbracciare i miei amici, neppure i miei nonni. Le giornate erano sempre le stesse, facevamo la dad e poi stavamo tutto il giorno in camera al telefono a parlare con gli amici. Provavamo a sentirci meno distanti ma sentivo comunque la mancanza della vita normale". "Non ci dispiaceva svegliarci un po’ più tardi e fare colazione con tranquillità, però questo piacere non superava mai il dolore che questa situazione provocava: ci mancava ridere con i nostri compagni di classe ma soprattutto ci mancavano i nostri amici". Queste le testimonianze dei ragazzi due anni dopo l’inizio della pandemia "Non avere contatti sociali è stato difficile ma abbiamo avuto dalla nostra parte la tecnologia e internet come alleati . La possibilità di messaggiare, inviare foto, videochiamare i nostri amici e parenti ci ha aiutato molto. La dad, anche se è stata noiosa e complicata, ci ha permesso di seguire il programma scolastico in modo abbastanza efficiente". "All’inizio, continuavano a ripeterci che sarebbe andato tutto bene, ma non è andata proprio così visto che è stato un susseguirsi di restrizioni. Dovevamo stare tutti in casa, le uscite erano vietate, le famiglie erano spezzate dalla perdita di una persona cara ma la paura più grande era quella di essere contagiati. Ci siamo abituati ad una vita che nessuno avrebbe mai pensato di vivere e non sappiamo ancora quanto tutto questo ci ha cambiati". "Quella di non avere certezze e di non sapere cosa succederà tra un mese o l’anno prossimo continua ad essere una sensazione strana. Fa riflettere il fatto che tutti noi in questo momento stiamo vivendo un periodo che verrà ricordato nei prossimi secoli nei libri di storia e di scienze".

Sappiamo che nella storia ci sono stati momenti alquanto più difficili e traumatici che i ragazzi come noi hanno dovuto affrontare come la reclusione nei campi di concentramento, o le guerre in cui vengono coinvolti anche oggi. Questo periodo ci ha messo alla prova, ciascuno di noi ha dovuto imparare a fronteggiare situazioni difficili, quello che abbiamo vissuto ci resterà dentro ma con creatività siamo anche riusciti a vivere questo periodo con atteggiamento positivo e a cogliere le opportunità che ci offriva.

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno