Classe 3A Scuola media Micali di Livorno

Il questore Roberto Massucci alla giornata contro la violenza con la partecipazione delle scuole

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"La gentilezza è dei forti, la violenza è dei vili". Queste sono le parole del questore Roberto Masucci, pronunciate il 9 marzo in Piazza Grande. Un discorso che ha posto l’accento sull’importanza di essere gentili. Poi gli studenti hanno letto le riflessioni e poesie da loro create che avevano come tema: il contrasto alla violenza sulle donne e la disparità di genere. L’incontro è stato organizzato dalla questura di Livorno insieme al Centro Ippogrifo per celebrale la giornata internazionale della donna, alla quale sono state invitate a partecipare tutte le scolaresche della città di Livorno. Nelle riflessioni personali degli studenti spicca un messaggio comune: "Le donne sanno fare grandi cose e sono a pari livello degli uomini", questo concetto sembra ancora essere ignorato da una gran parte della popolazione. Alla base di ciò c’è una grave mancanza di rispetto nei confronti delle donne, che sono spesso viste solo da un punto di vista sessuale e mai per il loro reale valore. Save The Children afferma che il 57% degli adolescenti è dell’idea che l’aspetto fisico sia alla base del successo per una donna. Questa mentalità purtroppo, molto diffusa, rende la vita difficile per molte ragazze. Il 64% delle ragazze, afferma di aver sofferto di molestie a causa del loro aspetto fisico e del loro modo di vestire. Spesso avviene anche che nelle scuole venga richiesto alle studentesse di evitare di indossare vestiti succinti, perché rischiano di distrarre i professori e gli studenti maschi. "Portavo un vestito che mi lasciava la spalla scoperta e un mio compagno mi ha chiesto di coprirmi perché ero esagerata, e una mia compagna di classe gli ha dato ragione. Mi sono sentita sbagliata anche se non avevo fatto niente di male. Avevo 12 anni". "Un giorno al campo estivo non ho portato il reggiseno e un mio compagno mi ha fatto notare che si vedeva il seno dal top. Mi sono sentita molto a disagio. Lui aveva 10 anni, io 13". Queste fonti, dateci da ragazze che hanno deciso di mantenere l’anonimato, ci fanno capire che il dress-code si sta facendo sempre più duro per le ragazze. Spesso, molte ragazze molestate non hanno il coraggio di parlare delle violenze subite, vedendo le loro esperienze come motivo di vergogna, cosa molto pericolosa perché la mancata denuncia rende liberi i molestatori di continuare a danneggiare altre donne o a compiere atti di stalking. L’unica soluzione è smettere di vedere le donne come oggetti sessuali e guardarle come esseri umani. Per fare ciò, serve una maggiore educazione al sentimento e alle emozioni. Perché se non c’è sentimento, non c’è umanità.