Dimesso l'uomo morso dal cobra reale. "E' stato un incidente, non voleva colpirmi"

L’ospedale di Pisa aveva già attivato tutte le procedure previste in questi casi, facendo arrivare per lui l’antidoto raro e costoso da Zurigo

Cobra (AFP)

Cobra (AFP)

Livorno, 15 gennaio 2019 - E’ tornato a casa per sua volontà l’uomo (un 50enne livornese) che è stato morso (per fortuna soltanto di striscio) dal cobra reale indiano nei giorni scorsi nella sua abitazione. Ma l’ospedale di Pisa aveva già attivato tutte le procedure previste in questi casi, facendo arrivare per lui l’antidoto raro e costoso da Zurigo, Svizzera. Che però poi ha preferito non prendere. I medici e la direzione – si apprende proprio dall’ospedale di Cisanello – stanno valutando se tenere il siero o inviarlo ai centri specializzati italiani che si trovano a Firenze o Milano. L’uomo al personale sanitario aveva raccontato che si era trattato di un incidente. "Il serpente non voleva colpire me". L’episodio si è verificato mentre gli stava porgendo il pasto, un topolino, nello specifico. L’animale è uscito leggermente e lì c’è stato il contatto con il padrone. 

E’ proprio lui, che ha inviato una lettera alla redazione preferendo però mantenere l’anonimato, a dare la sua ricostruzione di quanto è successo: "Dopo giorni che il cobra ha sfiorato la mano, un dito si è leggermente gonfiato". Passando da Pisa ha deciso "per una visita al pronto soccorso di Cisanello". Il rettile "si trovava in struttura completamente sicura e adibita a tale scopo". Poi precisa: "Quando chi colleziona certi animali è una persona seria pensa solo al loro benessere".

E infatti quando gli uomini dell’allora forestale avevano fatto qualche anno fa un sopralluogo a casa sua, avevano trovato una situazione regolare. Con gli animali che erano tenuti secondo la legge. Oggi, la competenza è passata al nucleo dei carabinieri Cites, l’organo che tutela le specie di fauna e flora protette dalla convenzione sul commercio internazionale di Washington del 1975, che in Italia è entrata in vigore nel 1980, al quale è stata fatta una segnalazione come da prassi. E che verificheranno se il quadro - dai primi accertamenti risulta di sì - sia rimasto invariato. Sono moltissimi anni che l’appassionato di rettili ha questi esemplari. 

Le specie pericolose sono regolate da un decreto del ministero dell’Ambiente del 1996 che stabilisce un elenco di tipologie «che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione». E’ la Prefettura, nel caso, a dare i permessi a circhi o a enti per l’organizzazione di mostre faunistiche.