Comune, caos in giunta: la Dhimgjini se ne va. E’ giallo sui perché dell’addio

Passo indietro dell'assessore al sociale

L’assessore al sociale Ina Dhimgjini

L’assessore al sociale Ina Dhimgjini

Livorno, 25 aprile 2018 - Nel tardo pomeriggio di ieri, l’assessore al sociale e alla casa del Comune, Ina Dhimgjini, ha protocollato la lettera di dimissioni. Dopodiché c’è stato un confronto «pacifico e sereno con Ina». «Ci siamo presi due giorni di tempo» riferisce il sindaco Nogarin. In effetti la lettera dell’assessore è un atto ufficiale, per cui il sindaco entro 48 ore dovrà decidere se accettare o meno le dimissioni. Ma in 4 anni in giunta ci sono stati più cambiamenti. Il primo ad essere sostituito fu l’assessore all’urbanistica Simona Corradini rimpiazzata in poche ore nel 2014. Al suo posto venne Alessandro Aurigi.

Poi è toccato a Giovani Gordiani (ambiente e mobilità, caduto per la vicenda Aamps) sostituito da Giuseppe Vece. L’assessore al bilancio, autore del salvataggio di Aamps, Gianni Lemmetti andato a Roma dalla sindaca Raggi, è stato sostituito da Valentina Montanelli. E l’assessore allo sport e cultura Nicola Perullo è stato accantonato per fare posto a Francesco Belais. MA quali sono i perché che hanno indotto la titolare di una delle caselle chiave della giunta penta stellata a lasciare? Mesi fa erano circolate voci su un suo possibile passo indietro, forse per diversità di vedute sulla politica sociale del Comune. E sul fatto che la delega alla sanità fosse rimasta in capo al sindaco.

E più di recente potrebbe essere stata la questione del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del sindaco Nogarin, a creare attriti tra di loro. Per il reddito di cittadinanza: nel 2016 furono stanziati 400mila euro, divisi tra 100 famiglie per 500 euro al mese ciascuna. Nel 2018 si è scesi a 200 euro al mese per un anno per 180 famiglie ( 360mila euro). L’assessore Dhimgjini pare abbia mosso obiezioni. In più a settembre 2017 la Dhimgjini ha perso la delega sui servizi cimiteriali. All’epoca scoppiò la querelle del servizio di cremazione, perché il sindaco voleva fare un bando che avrebbe messo fuori gioco Socrem, che da anni ha in mano questo settore. La Dhimgjini era contraria.

Monica Dolciotti