
Livorno, 28 maggio 2023 – In merito alla notizia dell’ultimo maxisequestro a Michelangelo Fedele, il pluripregiudicato calabrese che vive in provincia di Livorno, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento dell’associazione Libera, presidio Rossella Casini di Castagneto Carducci e San Vincenzo.
“Dopo l’ennesimo sequestro, destinato a confisca, nei confronti di Michelangelo Fedele e famiglia, viene da chiedersi: ma tutte queste ricchezze accumulate in anni nei nostri territori, a danno di chi, con quali "complicità" e "opacità", con quali operazioni note ma ignorate?
Se le motivazioni delle azioni giudiziarie troveranno conferma, fino alla confisca definitiva come già accaduto negli anni scorsi, vorrà dire che questi 11 e passa milioni di euro derivano da un’economia “grigia”, illegale. Quante persone ne hanno sofferto, quante ci hanno guadagnato indirettamente, oltre ai soggetti oggetto di sequestro? Gli inquirenti affermano che si tratta di operazioni durate anni e anni, che avrebbero inquinato l’economia onesta. Aggiungiamo che hanno inquinato, usurato le comunità, la coesione sociale, generato solitudine ed egoismo. Azioni criminali di questo tipo però hanno anche offerto un “servizio”: pensiamo ai tanti appartamenti dati in affitto a lavoratori extracomunitari o a italiani con scarse disponibilità.
Contratto a due persone, abitanti non si sa quanti. Un “servizio” che aiuta tante aziende che hanno questi lavoratori in carico, spesso con contratti “facciata” soprattutto nei lavori stagionali. Persone che non trovavano casa altrimenti, si affitta solo ai turisti. Un “servizio” quindi anche all’economia sana (non sempre), che trae origine però da un’economia generata da operazioni indimostrabili, quindi non certo regolari. Ricordiamo le sentenze, definitive (5 anni) e di secondo grado (8 anni), di condanna per usura a carico di Fedele.
Questa seconda condanna per appartamenti sottratti con usura, dove erano in affitto gli ex proprietari. Ecco perché queste vicende interrogano tutti, e pongono domande serie sul rispetto dei diritti di persone e lavoratori, unico modo per non cadere nelle mani di usurai, strozzini, sfruttatori, mafie. Auspichiamo che tutti, forze politiche, associazioni di categoria e d’impresa, ordini professionali, istituzioni, comunità religiose, cittadini facciano conoscere il loro pensiero su questa realtà, che non racconta di violenze fisiche di tipo mafioso, ma racconta di una fragilità che ci rende pericolosamente permeabile a fenomeni criminali, in primo luogo di tipo economico.
Se tutti ne parliamo, prendiamo posizione, daremo un segnale anche alle vittime di queste azioni criminali, incoraggiandole a uscire dall’isolamento, disperazione, e denunciare. Importante e fondamentale l'azione di Guardia di Finanza e Magistratura, ma non bastano. Occorre una riflessione pubblica che coinvolga cittadini, associazioni, Istituzioni per chiedersi come tutto questo sia stato possibile e come riconoscere e far cessare queste azioni criminali Libera proseguirà il suo impegno”.
Libera presidio Rossella Casini Cstagneto Carducci/San Vincenzo