Contributi al partito, ecco chi paga

I conti nelle casse del Pd: "Sono soldi fondamentali per fare iniziative e sostenere le spese delle sezioni"

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di Michela Berti

"Se fossimo stati un’azienda, nel 2014 saremmo andati in default. Niente più amministratori né in Comune né in Provincia. E’ stata una bella mazzata sui conti del partito". Il segretario dell’Unione comunale del Pd Federico Mirabelli parla dello stato di salute del partito. "I costi sono tanti – dice Mirabelli – perché ci sono gli affitti delle sezioni e tutte le spese che ne conseguono. Oggi possiamo contare sulla contribuzione volontaria degli eletti in consiglio comunale e degli assessori, soprattutto di questi ultimi. C’è poi il contributo prezioso del parlamentare, l’onorevole Andrea Romano, che ogni mese dà al partito di Livorno 1.500 euro oltre al versamento al partito a livello nazionale. Francesco Gazzetti invece versa nelle casse del Pd regionale". Si parla di contributo ‘volontario’ ma insomma per modo di dire, il 10 per cento sul compenso lordo viene trattenuto al momento del versamento del gettone.

Ecco allora i numeri relativi al 2021: Libera Camici, vicesindaco, ha dato 6.195 euro, gli assessori Viola Ferroni, Rocco Garufo e Silvia Viviani 4.956 euro, Gianfranco Simoncini essendo pensionato e con contratto part-time con l’amministrazione ha versato 2.478euro. In totale 23.541 con qualche centesimo in più.

I contributi dei consiglieri vanno in base alla frequenza e quindi sono diversi da un eletto all’altro. Pietro Caruso, presidente del consiglio comunale ha versato 1.967 euro, Paolo Fenzi capogruppo 814 euro, Piero Tomei 557 euro, Enrico Bianchi 546 euro, Cristina Lucetti 496 euro, Carolina Marengo 490 euro, Eleonora Agostinelli 451 euro, Francesca Cecchi 407 euro, Valerio Ferretti 379 euro, Angelo Di Cristo 351 euro, Daniele Tornar 334 euro, Federico Mirabelli 329 euro, Cecilia Semplici 323 euro, Salvatore Nasca 245 euro, Irene Sassetti 239 euro, Filippo Girardi 234 euro, Francesca Pritoni 189 euro, Marina Corniglia 144 euro per un totale di 8.503 euro e spiccioli.

Con il prelievo ‘volontario’ del 10per cento si superano i problemi avuti in passato con parlamentari che non hanno versato un soldo al partito che ce li aveva mandati. Tra i nomi più illustri quello del senatore Marco Filippi. Qualche problema ci fu anche con l’ex sindaco di Colle e segretario del Pd Lorenzo Bacci al quale fu fatto un piano di rientro. "Essere in pari è fondamentale – dice il segretario Mirabelli – anche perché chi non lo è non può essere candidato". Ecco allora che negli ultimi tempi sembra che qualcuno abbia bussato alla porta del tesoriere per fare un piano di rientro... Perché le regionali sono ’vicine’ e chi vuol fare il gran passo deve avere i conti in ordine.