Michela
Berti
Ha fatto quello che sa fare meglio: parlare alla pancia dei livornesi. Il sindaco Luca Salvetti in questo non ha eguali, riesce a trasformare i fischi in applausi conquistando l’approvazione dei suoi interlocutori. Anche ieri ha saputo dialogare con gli studenti rappresentanti delle scuole livornesi da giorni in autogestione; li ha ricevuti nel salone delle cerimonie e rigorosamente a porte chiuse. A porte chiuse perché la stampa non è stata invitata, così come non era gradita al primo tavolo istituzionale al Cecioni e poi anche a quello con il rappresentante del Ministero. A quanto riportano i ragazzi, ieri il dialogo è stato costruttivo ed è stato aperto un canale tra studenti e istituzioni. Ma perchè il sindaco non si è mosso prima? E’ vero che le scuole superiori sono di competenza della Provincia ma gli studenti sono cittadini di Livorno, quindi i problemi della comunità scolastica labronica sono anche del sindaco che, invece, è entrato in azione a giochi fatti, dopo che altri – a partire dal questore – si sono sporcati le mani in queste settimane di autogestione.
Già il dirigente nazionale del ministero Antimo Ponticelli aveva promesso tavoli tematici su educazione civica, alternanza scuola lavoro, sostegno psicologico e esame di maturità, aprendo così uno spiraglio nel muro costruito dopo l’incontro – andato male – con le istituzioni. Ma in questi giorni difficili, il primo cittadino, la sua vice Camici e il garante dell’infanzia e dell’adolescenza Romboli dove erano? Ieri si sono messi in gioco nel salotto buono di casa in un clima disteso, vista anche la stanchezza degli studenti, un po’ fiaccati dopo giorni e giorni di ’lotta’.
Così, però, caro sindaco,
è vincere facile...