Virus, contagi su del 168% in sette giorni. "Ma i vaccinati non hanno sintomi"

L’epidemiologo Voller: "La doppia dose Pfizer protegge al 70% dalla trasmissione ma anche chi lo prende lo supera rapidamente"

La vaccinazione anti Covid dovrebbe scongiurare l’ondata di ricoveri

La vaccinazione anti Covid dovrebbe scongiurare l’ondata di ricoveri

Firenze, 21 luglio 2021 - La Toscana è tra le regioni italiane più vicine al raggiungimento della soglia di occupazione del 5% dei posti in terapia intensiva che farebbe scattare la zona gialla in base all’ipotesi di revisione (con i posti in degenza Covid al 10%) dei parametri del monitoraggio con il quale vengono attribuite le fasce di colore alle regioni. Tuttavia le Regioni in sede di conferenza con lo Stato ieri hanno richiesto che tali parametri vengano innalzati al 15% per l’occupazione in area critica e al 20% nelle degenze ordinarie. È giusto far scattare provvedimenti in base al tasso di ospedalizzazione? "Sì, ma lascerei quelli indicati dal decreto vigente (10% per le terapie intensive e 20% per i ricoveri ordinari Covid), sono già abbastanza stringenti e non mettono in crisi la presa in carico ospedaliera", spiega il responsabile dell’Osservatorio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità, Fabio Voller. Le Regioni hanno aggiornato la conferenza a oggi, vedremo come saranno accolte le richieste delle Regioni.

Mentre il contagio cresce esponenzialmente con la variante Delta che sta diventando dominante con una trasmissibilità superiore del 40-60% rispetto alla mutazione Alfa (britannica). Più brevi anche i tempi di incubazione, infatti si vedono già i primi effetti dei festeggiamenti per il trionfo dell’Italia agli Europei. Negli ultimi sette giorni nei territori dell’Asl Toscana centro l’aumento di nuovi positivi è del 168% contro una media toscana del 154%, percentuali così alte non si erano mai registrate prima. "E’ una crescita impetuosa, in dieci giorni siamo passati da un tasso d’incidenza settimanale di nuovi positivi di 11 su 100mila abitanti a 39", spiega il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana centro, Renzo Berti.

Ieri 94 casi dei 169 registrati in Toscana provengono da qui: giovani per la stragrande maggioranza. A Firenze solo 2 over 65. "Tuttavia c’è una grande diversità rispetto allo scorso autunno: i vaccini. E i vaccinati che si infettano non manifestano sintomi", dice Berti. Allora come si risponde al panico generato da una lettura errata del numero di ospedalizzazioni e decessi di vaccinati che arriva da Israele dove la popolazione è immunizzata all’85%? "In Israele siamo davanti a una leggera ripresa del contagio ma con un modesto impegno delle strutture sanitarie. Ricordando che anche Israele che ha un’ottima copertura vaccinale di popolazione, negli under 30 manca il 30% di vaccinati in seconda dose", spiega Voller.

Ma qual è il grado di protezione offerto dalla doppia vaccinazione con Pfizer? "I dati che provengono sempre da Israele dicono che copre al 70% dopo la seconda dose. Spesso ci si scorda che la copertura anche dall’infezione arriva al massimo dell’efficienza dopo la vaccinazione completata", argomenta l’epidemiologo dell’Ars. Quindi il 30% di chi ha fatto il vaccino può infettarsi. Ma con quali sintomi? "Per ora sembra che la maggioranza immunizzata con doppia dose superi il periodo di positività più rapidamente e senza sintomi", spiega Voller.

Se però il virus continua a circolare sempre più massicciamente, i vaccinati possono infettarsi senza manifestare sintomi e può reinfettarsi chi ha già avuto il virus come si potrà raggiungere l’immunità di gregge? "Per come la conosciamo per i vaccini tradizionali sarà impossibile da raggiungere perché quelli attualmente in uso non coprono al 100% dall’infezione e quindi dalla possibilità di trasmissione del contagio – dice l’epidemiologo – Già raggiungere l’80% della copertura della popolazione generale però permetterebbe di non avere problemi sui carichi sanitari e tornare a una vita più simile a quella che conoscevamo prima del Covid anche se non la stessa".

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