Diario da Chernobyl, giorno 3

Foto di Emanuele Cosimi e Francesca Gorzanelli

La serenità in un fotolibro ricordo

La serenità in un fotolibro ricordo

GIORNO 3

Chernobyl, 20 marzo 2018 - Ultima giornata per le turiste italiane, all'interno della Zona di esclusione di Chernobyl. L'ultimo giorno è sempre il più difficile. Sono certa che possa sembrare paradossale, ma solo chi viaggia in queste terre può capire quanto sia facile innamorarsene. In mattinata si è visitato il villaggio abbandonato di Zalissia, dove è possibile trovare case abbandonate di recente, dopo la morte dei "samoseli" che le occupavano. Alcune abbandonate nel 2010 portano ancora i segni tangibili della vita di coloro che le abitavano. Una visita doverosa è stata fatta anche all'ospedale di Pripyat, probabilmente il luogo più radioattivo del mondo. Luana, 37 anni, aveva il desiderio di visitare questi luoghi da anni. La sua emozione si è palesata completamente di fronte ai lettini dei neonati nella nursery dell'ospedale. "Non avrei mai pensato di avere un crollo emotivo in questa stanza dopo aver visto svariate fotografie nel web ed averci fatto quasi l'"abitudine". Ma questa stanza trasmette qualcosa di inspiegabile, quando ci si trova all'interno." La commozione le spezza la voce, ed allo stesso tempo lascia senza parole gli altri turisti. I momenti di silenzio durante questi tour sono svariati è tutti carichi di grande significato.

Nel pomeriggio abbiamo consegnato i beni di prima necessità acquistati per i "samoseli" con i fondi devoluti dall'associazione onlus "Serra x il mondo", nell'ambito del progetto di cooperazione internazionale avviato al fine di aiutare gli anziani che vivono nella zona contaminata dal disastro nucleare. Principalmente sono stati consegnati cibo, medicinali e denaro per le primarie necessità alla coppia Maria ed Ivan. Sono sposati da 59 anni, 32 dei quali vissuti nella zona di alienazione. Ivan è probabilmente malato di demenza senile ed è la moglie a doversi occupare di tutto. Non hanno diritto a pensioni statali. Le abbiamo chiesto di cosa avesse bisogno che glielo avremmo faremo avere, la sua risposta, timida, è stata un bollitore elettrico per l'acqua, perché quando la stufa a legna è spenta non sa come scaldarsi l'acqua per il the. Altri beni sono stati consegnati ad Hanna e Sofia. Quest'ultima ha una grave invalidità che le rende impossibile essere autonoma. È quindi Hanna a doversi occupare della casa, dell'orto, degli animali domestici e di lei. Riempie il cuore vederle commuoversi alle nostre visite e pensare che con cinquanta euro le si può riempire il frigorifero per un mese!