"Dobbiamo diventare laburisti"

L’appello di Stefano Bonaccini candidato alle primarie Pd. "Se sarò eletto chiederò un incontro alla Meloni"

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Lavoro, rinnovamento della classe dirigente del partito e parlare con tutti. Sono i cardini del programma politico di Stefano Bonaccini, presidente (rieletto per il secondo mandato) della Regione Emilia Romagna, e candidato alle primarie per la poltrona di segretario nazionale del Pd. "Se sarò eletto – ha detto ieri nella sua prima tappa toscana a Livorno – la prima cosa che farà sarà quella di chiedere un incontro alla presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni per dirle che troverebbe in noi e in me un partito che non ha nemici, pacatamente ed educatamente, come ho sempre fatto ricoprendo ruoli istituzionali". Ha incontrato sindacalisti, lavoratori portuali e operatori del settore alla sezione porto del Pd. A fare gli onori di casa c’erano Yari de Filicaia che ha parlato del "progetto di Darsena Europa e della necessità di qualificare il personale che ci andrà a a lavorare". Simonetta Bagnoli e Giulia Guarnieri. C’erano Francesca Pritoni (consigliere comunakle e del Comitato Bonaccini), l’assessore del Comune Viola Ferroni (in veste di coordinatrice della campagna cpongressuale di Bonaccini, per quale "nei prossimi 5 anni servirà molto impegno per costruire una proposta poltica credibile") e il console della Compagnia Portuali Enzo Raugei che ha detto "sono qui per ascoltare con molta attenzione Bonaccini".

Bonaccini ha sottolineato ripensando alla sconfitta del partito alle politiche di settembre: "Provengo da una famiglia di iscritti al Pci. Lo ricordo guardando la bandiera che ho alle spalle (la bandiera della sezione porto del Pci). Bisogna essere orgogliosi di questo passato e di queste radici. Ma chi vuole riproporre una sinistra del Novecento sbaglia indirizzo oggi. Noi dobbiamo diventare un nuovo grande partito laburista. Chi ci vota lo fa per quello che sappiamo fare e per la coerenza che esprimiamo". Parlando di lavoro: "Quella che in Europa è diventata flessibilità giusta nel lavoro, in Italia è diventata precarietà e riguarda soprattutto i giovani. Il part-time involontario riguarda soprattutto le donne. Senza le imprese poi non c’è lavoro. Questo è il valore sociale delle imprese". Sulle partite Iva: "Conosco tanti giovani con partita Iva che stentano ad arrivare a fine mese, eppure la sinistra si ostina a dipingere le partite Iva come evasori che stanno bene. È un errore per il quale abbiamo regalato alla Meloni e alla destra milioni di partite Iva".

Dal lavoro è passato alla sanità pubblica. "Al Terzo Polo (Renzi-Calenda) e ai Cinque Stelle che attaccano il Governo Meloni perché ha tagliato risorse alla sanità pubblica, diciamo di unirsi a noi in questa battaglia. Toscana e Emilia Romagna sono le Regioni con più case della salute per dare ai cittadini risposte con servizi sanitari sul territorio. Se il Governo ci trasferisce meno risorse, questo significherà tagliarci i fondi, quindi colpire i cittadini". Stessa cosa per l’istruzione pubblica.

Ha concluso: "Torniamo ad essere una forza politica popolare che sta tra le persone e sul territorio". Sulle primarie: "A Schlein, De Micheli e Cuperlo mando a dire che se vincerò il giorno dopo chiederò a loro di darmi una mano. Se vincerà uno di loro mi metterò a disposizione, perché i nostri elettori o chi ci ha abbandonato, non sopporta più il fatto che nel Pd ci sono guerre intestine". E "non piace alla gente chi dice no senza proporre un’alternativa".

Monica Dolciotti