Livorno, "Paraplegica dopo l’operazione. Siamo stati lasciati da soli"

Elena Lampredi racconta che l’Asl non fornisce neppure la sedia a rotelle e altri ausili

Elena Presti: "Dopo l’operazione alla spina dorsale sono diventata paraplegica"

Elena Presti: "Dopo l’operazione alla spina dorsale sono diventata paraplegica"

Livorno, 24 luglio 2022 - Elena Lampredi (ad agosto compirà 31 anni), nell’aprile 2020 in piena pandemia, a causa di una cisti che premeva sul midollo spinale, fu operata a neurochirurgia a Livorno. Dopo l’operazione alla spina dorsale "sono diventata paraplegica. Sto sulla carrozzina – racconta Elena – per questa vicenda mi sono rivolta a un avvocato per capire come sono andate le cose".

"Da quando sono rimasta sulla sedia a rotelle, il mio compagno ha dovuto prendersi cura di me – prosegue Elena – questo ha significato per lui la necessità di chiedere al datore di lavoro di adattare l’orario di lavoro alla necessità di accudirmi. Di mestiere il mio compagno fa il trasportatore di bombole per l’ossigeno per uso sanitario. Per svolgere le sue mansioni il datore di lavoro gli aveva dato in consegna il furgone della ditta. Quando il mio compagno ha espresso le sue necessità, il datore di lavoro gli ha tolto il furgone. È successo nel settembre 2021. Questa decisione ha comportato per il mio compagno l’impossibilità di lavorare. Per le prime due settimane è stato lasciato a casa senza stipendio. Ha poi avuto problemi di salute. Non è stato licenziato all’epoca perché per l’emergenza covid erano stati congelati i licenziamenti fino a luglio 2021. Dopo quella data ci siamo adoperati per chiedere il riconoscimento del diritto per il mio compagno al congedo parentale retribuito per assistermi. Fortunatamente gli è stato riconosciuto perché io in quanto invalida al 100% posso beneficiare della legge 104".

Grazie a questa opportunità "il mio compagno ha ottenuto il congedo per un anno, pagato dal datore di lavoro e rimborsato da Inps. Nel novembre 2022 però scadrà e il mio compagno dovrà tornare a lavoro sperando che il rapporto tra lui e il datore di lavoro si rassereni".

Nel frattempo "abbiamo fatto domanda per l’emergenza abitativa – spiega Elena – perché il mio compagno non riesce più a pagare il mutuo. A stento arriviamo a fine mese. La pratica del mutuo è finita in mano a un’ agenzia di recupero crediti. Intanto di tasca nostra abbiamo dovuto pagare alcuni ausili per me, tra cui la carrozzina elettrica, che mi spetterebbe di diritto, però sono in lista d’attesa".

La casa dove vive Elena con il compagno è piena di barriere architettoniche "che mi obbligano a vivere in cucina – racconta Elena – abbiamo fatto domanda per l’emergenza abitativa e a settembre uscirà il bando". A tutti questi problemi si sommano quelli legati allo stato di salute di Elena. "Dopo l’operazione alla schiena avrei dovuto essere sottoposta a fisioterapia. Iniziai una volta la settimana in ospedale perché di più non me ne passava il servizio sanitario pubblico. Altrimenti me la sarei dovuta pagare. Poi per la pandemia è stato tutto bloccato. Nel frattempo è subentrato un nuovo fisiatra della Usl che non mi ha ancora presa in carico".