Donne e sport Eccellenze livornesi

Premiate dal sindaco Salvetti Simona Pierucci. Maria Sole Ferrieri Caputi e Carina Vitulano

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Grande giornata di vanto per la città di Livorno che ha voluto omaggiare tre eccellenze dello sport nazionale e internazionale. Nella Sala delle Cerimonie del Comune sono state infatti premiate Simona Pierucci, Maria Sole Ferrieri Caputi e Carina Vitulano per essersi distinte nella loro carriera e nell’anno appena concluso per competenza, meriti e prestigio. Ad aprire le danze è stato il sindaco Luca Salvetti: "Il mestiere di arbitro è un incarico importante perché serve equilibrio, polso e conoscenza". Dello stesso avviso anche la vicesindaco Libera Camici: "Nonostante i passi avanti fatti ci sono ancora disparità di genere, i ruoli dirigenziali a livello europeo sono al di sotto del 10%. L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di valorizzare i traguardi raggiunti dalle donne per contribuire a questo cambiamento necessario". Dopo i saluti della Figc Toscana Paolo Pasqualetti, il delegato provinciale Gianni Giannone e la presidente dell’VIII Commissione "Diritti, Pari Opportunità e Differenze di Genere" Francesca Cecchi, si è passati alla consegna delle pergamene. A partire da Carina Vitulano, per il lavoro svolto come designatrice di serie A femminile e arbitro internazionale fino a Maria Sole Ferreri Caputi, attualmente unica donna ad aver arbitrato una squadra di serie A, nello specifico la gara di Coppa Italia tra Cagliari e Cittadella: "E’ una grande emozione, io sono parte di un movimento e come gruppo stiamo facendo tanto, stiamo lavorando tantissimo – ha detto con la pergamena in mano - L’Aia sta facendo di tutto per accelerare i temp. Se il lavoro di queste due componenti andrà di pari passo, possiamo toglierci belle soddisfazioni". Infine Simona Pierucci, arbitro mondiale di scherma, ha ricevuto i meritati riconoscimenti: "Sono da 21 anni arbitro internazionale, questa cosa l’ho aspettata per talmente tanto tempo che non ci speravo più – ha detto emozionata – Quando si dà il massimo prima o poi qualcosa accade, quando ho iniziato avevo quindici anni ed ero l’unica in Italia e solo perché avevo un aspetto gradevole mi sono trovata di fronte a una non considerazione tanto o poco che fosse. Questa cosa mi ha messo ancora più grinta e rabbia, non mi sono fermata a una non cultura e adesso questa presunta differenza non c’è più".

Filippo Ciapini

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