"Dopo 140 anni, stessa vocazione"

Livorno, il giuramento degli allievi della prima classe all’Accademia Navale. Intervista all’ammiraglio Biaggi

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Accademia Navale in festa per il giuramento di 135 allievi della prima classe alla presenza del Sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Cavo Dragone, del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Credendino.

Quali significati assume la cerimonia del giuramento di quest’anno?

"La cerimonia di quest’anno – dice il Comandante l’Accademia Navale, Ammiraglio di Divisione Flavio Biaggi – si arricchisce di significati legati al ricorrere del 140° anniversario della fondazione dell’Accademia Navale e alla ricorrenza di Santa Barbara, la nostra Santa Patrona, evocata a protezione di tutti i marinai".

La cerimonia del giuramento degli allievi è un momento fondamentale per loro in quanto li inserisce nei ranghi militari. Ritiene che anche per i giovani d’oggi il valore di un giuramento alla Patria sia recepito?

"Sono sicuro che, nonostante le innegabili diversità dettate dallo scorrere della storia, la vocazione che anima gli allievi oggi sia identica al passato. L’Accademia accompagna i giovani verso un percorso di crescita orientata al bene comune e posso testimoniare, anche dagli sguardi fieri e dalla dedizione con cui si sono preparati per questo giorno, che il giuramento conserva anche nei giovani di oggi il carattere di solennità e di scelta di servizio al Paese".

Ormai da anni l’Accademia Navale è anche frequentata da ragazze. Però negli alti gradi della Marina sono ancora un’eccezione. Perché?

"A vent’anni di distanza si sono fatti enormi passi avanti. La presenza femminile in Marina supera il 6% dell’organico complessivo e tra gli Ufficiali la percentuale è del 20%. Abbiamo già avuto comandanti di unità navale, piloti, direttori di macchina, sommergibilisti, fucilieri di marina e palombari di genere femminile. Si dovrà attendere che le donne entrate in servizio negli anni 2000 maturino quell’anzianità che potrà consentire loro di accedere ai gradi apicali della Forza Armate. È solo una questione di tempo. Vi sono, é vero, ancora nodi da sciogliere, fra cui l’armonizzazione tra le scelte di vita privata e le esigenze lavorative che per la donna comporta spesso decisioni più drastiche che per l’uomo. E’ questa la vera sfida nel campo della parità di genere che, tuttavia, non è

esclusiva delle Forze Armate, ma coinvolge trasversalmente gran parte dei settori del mondo del lavoro in Italia".

A.F.

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