"Draghi decida sul futuro di Piombino"

Il segretario nazionale Uilm Rocco Palombella a La Nazione: "Acciaio strategico per l’Italia, basta rinvii"

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Un appello diretto al premier Mario Draghi: il governo deve prendere un’iniziativa chiara e concreta sulla siderurgia. A rinnovare il messaggio è Rocco palombella, segretario nazionale della Uilm che ieri ha partecipato al congresso provinciale organizzato nel resort Borgo degli Ulivi di Riotorto e che oggi si chiuderà col suo intervento.

Piombino dal 2014 ha spento l’altoforno e si sono succeduti cinque piani di rilancio, ma in pratica sono rimasti tutti sulla carta. Come uscire da questa situazione di stallo?

"I lavoratori e i sindacati sono uniti – spiega Palombella – nel chiedere immediatamente la convocazione di un tavolo con il Governo. Non si tratta solo delle centinaia di persone della fabbrica piombinese, ma di un problema nazionale".

Che cosa vuol dire?

"Il mondo è cambiato, con la pandemia e purtroppo con la guerra in Ucraina. Dobbiamo avere una produzione nazionale di acciaio perché si tratta di un settore strategico dal quale dipende tutto il resto dell’industria, non possiamo più acquistare i semilavorati all’estero, sia per i prezzi, sia perché i materiali scarseggiano, quindi è necessario rimettere in moto Piombino e sostenere anche Taranto".

Che cosa serve per rimettere un moto Piombino?

"Serve l’intervento dello Stato, lo abbiamo fatto negli anni Cinquanta per far ripartire la nostra industria e dobbiamo farlo ora perché un investimento per la produzione di acciaio è utile a tutta l’economia italiana. A Piombino serve un forno elettrico, il preridotto e tutto quanto necessario per i laminati lunghi e in particolare rotaie".

La commessa da 2,4 miliardi per la fornitura di rotaie a Rfi è importante?

"Sì, è importante, ma non si può pensare di prendere la commessa e lasciare la fabbrica così come è. Bisogna investire, riqualificare lo stabililmento, in modo che la produzione stia in piedi al di là della commessa".

Perché non volete che la commessa sia affidata a ’scatola chiusa’?

"La nostra posizione è chiara: lo Stato non può affidare una commessa miliardaria a un gruppo privato straniero senza garanzie di riqualificazione dello stabilimento di Piombino e mantenimento dei livelli occupazionali. Piombino rappresenta un’eccellenza e deve essere adeguatamente tutelato. Per questo diciamo no all’affidamento della commessa senza un preciso impegno e cronoprogramma dei lavori di riqualificazione".

Che succederà ora?

"Stiamo aspettando una risposta, il Governo deve decidere, altrimenti ci mobiliteremo".

Luca Filippi