"Una sniffata? Provare ti costerà la vita"

Livorno, le parole di Mogol hanno unito le testimonianze all’incontro "Dipendenze e socialità: giovani protagonisti del loro futuro" al Teatro Quattro Mori

Un momento dell'incontro con i ragazzi, moderato dalla nostra Michela Berti (Foto Novi)

Un momento dell'incontro con i ragazzi, moderato dalla nostra Michela Berti (Foto Novi)

Livorno, 25 gennaio 2023  - "La droga è una strega che ti ruberà il corpo e l’anima. La strega entrerà nella testa e nella voce di un ragazzo che ti inviterà a provarla: “Una canna o una sniffata cosa vuoi che sia? Provare non costa niente...” e invece ti costerà la vita". Le parole di Mogol hanno fatto da cornice ieri mattina al palco del teatro Quattro Mori dove si sono riuniti quattrocento ragazzi delle scuole superiori per ascoltare testimonianze su ’Dipendenze e socialità, giovani protagonisti del loro futuro’. Un appuntamento voluto dal questore Roberto Massucci nell’ambito del progetto da lui ideato #sceglilastradagiusta, una frase che è diventata un vero e proprio mantra nel coro delle istituzioni.

Dal cortometraggio di tre ex studenti dell’Iti Michele Burgalassi, Giulio Arcuri e Federico Anglano ’La festa bianca’ che ha lanciato messaggi importanti come "Rifugiarsi in una qualsiasi sostanza non è la cosa giusta, senza nemmeno accorgersene se ne diventa dipendenti. Ma ne puoi uscire non è mai troppo tardi. Parlane con qualcuno", all’intervento di Emiliano Ricciardi professore di neuroscienze cognitive all’Imt Alti studi di Lucca che ha accompagnato gli studenti in un viaggio nel ’cervello’, il primo a subire le pesanti conseguenze neurologiche per l’abuso di sostanze stupefacenti.

Grande attenzione da parte degli alunni del Galilei, Buontalenti Cappellini Orlando, Enriques, Niccolini Palli, Cecioni, Vespucci Colombo e Marco Polo di Cecina che si sono cristallizzati quando sul palco sono arrivati Erika e Valerio.

Due genitori che vivono un profondo dolore: Erika, la mamma di Denny morto a 29 anni perché ha scelto la strada sbagliata della droga; Valerio, padre di Rebecca che non riesce a uscire da quel tunnel.

"La droga è stata più forte di mio figlio - dice Erika con la voce rotta ma senza mai perdere la lucidità -, era un ragazzo bello, un mammone cronico. Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non dovete pensare di essere al centro del mondo, perché dietro di voi ci sono le famiglie. E si va giù a vortice, tutti. Se in quel momento non volete bene a voi stessi, e dite "ma chi se ne frega, questa cazzata me la fate fare", pensate che dietro ci sono mamma e babbo. Le mamme sopravvivono e ve le portate via. Se non lo fate per voi, fatelo per la vostra mamma che magari ora è a casa che vi prepara da mangiare. Non ci sono grandi dipendenze o piccole dipendenze, quando si inizia purtroppo non si ragiona più con il nostro cervello". Quel cervello che perde il comando delle nostre azioni, dei nostri pensieri. Perché il mondo della droga ti ruba la volontà.

Come la sta rubando a Rebecca, una splendida ragazza colta che non ce l’ha fatta a restare nella comunità di recupero perché il richiamo dell’esterno è troppo forte. "Una tragedia immane - racconta il padre Valerio - una battaglia difficile. La madre non ce la fa a vedere la figlia distruggersi ed ha trasformato un immenso amore in un grande odio. Io non mi arrendo, cerco di starle accanto ma questo calvario dura da 15 anni. Quando Rebecca ha iniziato aveva 16 anni. Continuo a combattere ma ho paura di avere perso".

In platea non si muove un muscolo, nessun sorrisetto sbruffone tipico degli adolescenti, e qualcuno tira su il cappuccio per nascondere la debolezza. Solo un enorme rispetto per Erika e Valerio, genitori di tutti.

Storie di relazioni mancate, di ragazzi che si rifugiano nella droga per adattarsi in altro modo alla realtà. Una realtà che mette ogni giorno alla prova le forze dell’ordine, come hanno testimoniato con delicatezza e piglio il comandante dell’Arma Piercarmine Sante Sica e il comandante della Guardia di Finanza Cesare Antuofermo. Non è stato un gioco nemmeno la dimostrazione dell’unità cinofila composta dall’appuntato Parotti e dallo splendido labrador di 7 anni Brook seguiti dall’istruttore cinofilo luogotenente Bernasconi. L’unico a giocare, in quella caccia allo stupefacente, è Brook e quando il cane antidroga arriva, anche i più giovani si mettono in guardia.

Dalla droga alle sostanze alcoliche, altro ’nemico’ killer. I video della Confcommercio con l’appello di Canino, sono arrivati dritti al cuore della platea: non si guida quando si è bevuto. La raccomandazione della presidente di Confcommercio Francesca Marcucci sulla necessità di trasformare la malamovida nel sano divertimento, perchè le città devono vivere, il rumore è vita. Ma il vandalismo e la devastazione dei quartieri ha un costo sociale troppo alto, per tutti. Le istituzioni - con il sindaco Luca Salvetti, la vice sindaco Libera Camici, il provveditore Andrea Simonetti, il consigliere regionale Francesco Gazzetti - hanno chiesto in coro ai ragazzi di farsi portavoce di queste testimonianze. Una parola, un frase può fare la differenza e trasformare una dipendenza in libertà.