Due quintali di coca dal Sud America

Livorno, blitz in porto della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane: droga nascosta in container

Migration

Era l’11 marzo quando la Guardia di Finanza di Livorno e l’Agenzia delle dogane hanno scoperto un traffico internazionale di droga in arrivo al porto di Livorno, sequestrando 158 chilogrammi di cocaina purissima in un doppiofondo ricavato sul tetto di un container.

Sono passati sette mesi e questa volta i chili sono diventati oltre 200 kg di “neve” di altissima qualità. Il modus operandi è sempre lo stesso: cocaina purissima che i narcos erano riusciti a far arrivare in Italia all’interno di due containers frigo carichi di banane e partiti un mese prima da uno scalo ecuadoregno. Per cercare di ingannare le attività ispettive è stato utilizzato il metodo della spedizione a “grappolo”, ossia nascondere la droga in più contenitori da caricare sulla stessa nave, in modo da aumentare le probabilità di successo, anche nel caso di scoperta, ritenendo che i controlli doganali si focalizzassero solo su un primo rinvenimento; ma così non è stato grazie all’esperienza e alla meticolosità degli approfondimenti svolti dalle Fiamme Gialle, sotto la guida del comandante Cesare Antuofermo, e dai doganieri che hanno individuato ben due containers. La minuziosa ispezione di alcuni containers, in questo frangente contenente merci di vario genere (banane, caffè, legno etc.) ha consentito di rinvenire la sostanza stupefacente, divisa in 180 panetti imballati mediante nastro isolante ed avvolti da uno strato di piombo, inutile escamotage utilizzato dai narcos per meglio preservare la droga ed eludere i controlli tecnici. Gli espedienti utilizzati dai “signori della droga” non sono bastati e grazie ai mezzi in uso all’Ufficio delle Dogane ma anche grazie ai successivi controlli manuali esperiti, è stato rinvenuto, abilmente occultato, l’ingente carico di droga. Lo stupefacente è stato distrutto presso l’inceneritore di Arezzo e così strappato alle piazze di spaccio ove avrebbe fruttato, alla criminalità organizzata, oltre 60 milioni di euro. Le attività, effettuate in stretta sinergia operativa tra Fiamme Gialle ed ADM, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno.

Proprio in queste ore Mario Palamara il latitante, ritenuto tra i più pericolosi in Italia, è stato arrestato in Spagna. È considerato dagli inquirenti broker della droga non organico alla ‘ndrangheta ma al servizio di ben tre cosche, la Gallace, la Mulè e la Pesce-Bellocco. Si sarebbe occupato della gestione dei carichi di cocaina provenienti dal Sudamerica da destinare alle ‘ndrine, attraverso il porto di Livorno, che insieme a quello di Gioia Tauro, è il principale punto di sbarco della droga in Italia. Era ricercato dal 2015, quando si sottrasse a una misura cautelare.