Emergenza casa a Livorno, l’Unione Inquilini attacca il Comune: “Nel futuro soltanto social house”

"Il Piano operativo prevede appena 50 alloggi popolari e 780 abitazioni a canone concordato"

Daria Faggi e Paolo Gangemi di Unione Inquilini

Daria Faggi e Paolo Gangemi di Unione Inquilini

Livorno, 26 settembre 2023 – “Siamo scontenti del Governo Meloni che tagli i fondi per l’edilizia popolare, ma anche dell’amministrazione. C’è un bisogno enorme di edilizia popolare a prezzi proporzionali ai redditi percepiti anche tra le giovani generazioni. All’ultimo bando per l’edilizia sociale all’ex Caserma Lamamora, che ha assegnato alloggi a canone concordato a chi per reddito non ha diritto alla casa popolare, ma non può pagare gli affitti del mercato libero, in tanti sono risultati troppo poveri per partecipare. È paradossale".

Lo denunciano Daria Faggi e Paolo Gangemi di Unione Inquilini.

Aggiunge la Faggi: "C’è la convinzione distorta che oggi servono più alloggi di edilizia sociale che popolare. Non è così. L’amministrazione nel Piano operativo comunale propone la costruzione 750 social house di cui solo 50 di edilizia popolare. Più altri 80 alloggi social house su terreni privati. Per questi ultimi chi ha un’area edificabile, è contemplato in premio il 30% in più di superficie edificabile se il 10% del costruito sarà prestato al Comune per 15 anni con finalità di edilizia sociale, da assegnare al costo dei canoni concordati scontati del 10%".

"Dei restanti 750 alloggi ipotizzati – continuano – solo 50 saranno di edilizia popolare. I rimanenti avranno destinazione social house. Potrebbero essere realizzati su terreni pubblici e strutture pubbliche in abbandono. Anche queste abitazioni si affitterebbero a canone concordato scontato del 10% per 15 anni. Apparterranno al Comune, o per una quota se parteciperanno, ai privati, con finanziamenti agevolati. Trascorsi 15 anni il vincolo sociale decadrebbe". Di tutto ciò "i sindacati inquilini sono stati informati a cose fatte".