Falso Sassicaia, condannato a due anni

Il processo con rito abbreviato a Firenze, altri imputati hanno patteggiato pene tra 16 e 11 mesi. Incassavano 400mila euro al mese

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Patteggiamenti, condanne e rinvii a giudizio: si chiude così l’udienza preliminare relativa all’inchiesta sulla contraffazione del vino Sassicaia. Il gup del tribunale di Firenze ha emesso una condanna di due anni e 6 mesi in abbreviato per Angelo Francesco Forese, residente nel milanese, e ha accordato i patteggiamenti, concordati con il pm Gianni Tei, per i due figli di Forese, Bryan Andrea e Alessandra Chantal, e Pierluigi Corda, un terzo elemento della combriccola che era riuscita anche ad esportare il finto vino Sassicaia. Per loro, pene comprese tra 1 anno e 4 mesi e 11 mesi). Infine, il tribunale ha rinviato a giudizio altre quattro persone: per loro prima udienza il 5 giugno 2023 davanti al giudice della prima sezione monocratica del tribunale di Firenze. Le accuse per tutti, a vario titolo, sono: contraffazione di uso di marchi anche aggravato e di indicazione geografiche o denominazione di origine agroalimentari oltre che ricettazione. Secondo quanto emerso, il vino che veniva imbottigliato come falso Sassicaia era acquistato in Sicilia. Le bottiglie, in base a quanto ricostruito dalle indagini della guardia di finanza, provenivano dalla Turchia mentre etichette, tappi, carta velina e casse erano prodotte in Bulgaria. La produzione si sarebbe attestata su circa 700 casse di vino al mese, per un totale di 4.200 bottiglie, con un introito stimato in circa 400mila euro al mese. La contraffazione sarebbe stata relativa ad annate tra il 2010 e il 2015. Due uomini, padre e figlio, 64 e 36 anni, secondo l’accusa, sarebbero riusciti a riprodurre anche uno speciale ologramma anticontraffazione impresso sulle etichette originali del Sassicaia.