Famiglia strangolata dal Superbonus: la ditta incaricata dei lavori è sparita da un anno

“Si è inceppato il meccanismo della cessione del credito e nessuna impresa accetta di proseguire il cantiere. Per farlo saremo costretti a indebitarci, siamo a terra”

Paola Fantoni e il marito Fabio Belli

Paola Fantoni e il marito Fabio Belli

Livorno, 5 marzo 2023 – Una famiglia è rimasta intrappolata tra le maglie del superbonus per le ristrutturazioni edilizie. Ha infatti comprato una vecchia palazzina dei primi del 900 in piazza Sforzini ad Ardenza da sistemare (messa a norma antisismica e adeguamento agli standard di risparmio energetico), ma la ditta incaricata dei lavori dopo avere incassato un lauto anticipo e avere portato avanti i lavori sono fino al 30% ha lasciato il cantiere sparendo dall’orizzonte un anno fa, lasciando la famiglia in mezzo ai guai e ai debiti, per giunta in una situazione resa ancora più drammatica dall’inceppamento del meccanismo della cessione del credito, prevista dal sistema del superbonus, del quale si è fatta carico la ditta (come molte altre del settore edile) che non ha portato a termine i lavori.

Ci ha raccontato la sua travagliata storia la diretta protagonista Paola Fantoni, casalinga, spossata con Fabio Belli, operaio, con due figli. Moglie e marito hanno acquistato con i due figli la palazzina di piazza Sforzini nel luglio 2020. I figli hanno acceso un mutuo di 100mila euro ciascuno per comprare l’immobile, dove dovrebbero essere realizzati tre appartamenti per andarci a vivere tutti insieme. Paola Fantoni e il marito hanno avviato i lavori con il Superbonus 110%.

Racconta Paola: «Ma fra la ditta non affidabile (ha chiesto un acconto di 50 mila euro demolendo gran parte dell’edificio e coprendo solo il primo stato di avanzamento lavori al 30% per la messa a norma antisismica perché la palazzina risale ai primi del 900, e il blocco dei crediti ceduti da riscuotere, adesso ci ritroviamo con una casa sventrata che non ha neanche il tetto e nemmeno il solaio, insomma uno scheletro». Perché tutto questo? «Già a marzo 2022 iniziarono a manifestarsi i primi problemi a liquidare i crediti che si potevano cedere con il Superbonus. Noi ottenemmo lo sconto in fattura cedendo alla ditta edile e ai tecnici i relativi crediti. Il cantiere però si è fermato proprio a marzo 2022. Avevamo un contratto con la ditta edile secondo il quale se a giugno 2022 non avesse fatto il 60% dei lavori tra messa a norma antisismica ed efficientamento energetico (mai iniziato) avremmo rescisso il contratto e così è stato. Oltretutto all’epoca non erano previste proroghe sul bonus del 110% per cui dovevamo finire i lavori nei tempi previsti. Nel frattempo io, mio marito e i nostri due figli di 23 e 26 nel gennaio 2022 avevamo già preso una casa in affitto visti i lavori da fare in piazza Sforzini». Da giugno 2022 i coniugi Belli hanno cercato invano un’altra ditta per proseguire i lavori.

«Gran parte di queste ditte hanno tanti crediti da riscuotere per il Superbonus, ma nessuna banca è disposta a farsene carico. – prosegue Paola – Avremmo trovato alla fine una ditta disponibile a proseguire i lavori, ma sempre le banche non vogliono liquidarne l’eventuale credito cedibile per il resto delle opere da fare sostenendo che hanno tante pratiche analoghe da smaltire». Ora saremo costretti a prendere un altro mutuo intorno a 150mila euro per pagare almeno il tetto, la facciata, il solaio al primo piano e due pareti portanti del sottotetto. E per pagare la nuovi tecnici. Come uscirne?».

Monica Dolciotti