Decessi in corsia a Piombino, chiuse le indagini. Dieci morti sospette nel mirino

La Procura ha archiviato quattro casi sospetti. Il primario indagato per omicidio colposo: non avrebbe vigilato a sufficienza

L’infermiera Fausta Bonino

L’infermiera Fausta Bonino

Livorno, 16 giugno 2018 - La Procura di Livorno ha chiuso le indagini sulla vicenda delle morti anomale avvenute tra il 2014 e il 2015 all'ospedale di Piombino in cui la principale indagata, per omicidio volontario aggravato, è l'infermiera Fausta Bonino a cui il pm Massimo Mannucci attribuisce la responsabilità di dieci decessi.

All'inizio della vicenda giudiziaria erano 14 le morti sospette su cui gli inquirenti hanno fatto accertamenti ma quattro sono state archiviate.

A quanto si apprende c'è anche un altro indagato, il dottor Michele Canalis, 52 anni, primario del reparto dove avvennero i decessi a partire dal 30 dicembre 2014. Canalis è accusato di omicidio colposo riguardo alla morte degli ultimi tre pazienti. Secondo il pm avrebbe tenuto un comportamento negligente perché non avrebbe vigilato correttamente sul personale sanitario.

Nell'inchiesta Fausta Bonino è accusata di aver pianificato le morti dei pazienti nel reparto di rianimazione dell'ospedale causando loro emorragie tramite la somministrazione di eparina, farmaco anticoagulante, anche laddove non fosse prescritto o fosse in sovradosaggio. Anche in base a perizie, in dieci decessi indagati emergerebbe nesso tra l'iniezione di eparina, la presenza della Bonino in reparto e le morti avvenute poche ore dopo la somministrazione degli anticoagulanti.

Fausta Bonino venne arrestata in carcere il 30 marzo 2016 dal Nas dei carabinieri, poi fu scarcerata 21 giorni dopo su decisione del tribunale del riesame.